Limbo Insidioso

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Ma l’infornata di incarichi sottoministeriali appena decisa da Palazzo Chigi appare il contrario di quanto serve all’Italia. Siamo entrati nella fase finale della legislatura. Adesso, la preoccupazione principale dovrebbe essere quella di limitare i danni.

Di qui all’inizio del 2012, quando è probabile l’apertura di una crisi e il Quirinale potrebbe essere costretto a sciogliere le Camere, si profila un limbo insidioso. Due mesi e mezzo sono nulla. Ma si rivelano un periodo lungo quando un Paese, già  esposto ad una crisi finanziaria globale, è sovraesposto da un surplus di debolezza e incertezza nazionali. Non solo. L’aria di smobilitazione che viene dalla maggioranza e l’aggressività  delle opposizioni lasciano prevedere settimane nelle quali sarà  difficile parlare di unità  e di sforzi comuni. Il lascito di una legislatura che sembrava dovesse essere trionfale per il centrodestra, si avvia così ad una conclusione sconcertante.

Il Pdl rischia di trasformarsi in un partito balcanizzato, quasi frantumato in gruppi di potere personale che cercano di capire quale sia la posizione più vantaggiosa da assumere in vista del dopo Berlusconi. La Lega vive il dramma del declino della leadership di Umberto Bossi. E offre per la prima volta l’immagine di un’oligarchia che marca il fondatore del Carroccio soprattutto per condizionare la lotta di successione. Non è nemmeno chiaro chi sarà , in caso di elezioni, il candidato a Palazzo Chigi. L’attuale presidente del Consiglio contribuisce a questa confusione, lasciando lievitare le voci sul suo ritiro, senza però ufficializzarlo.

Nel centrosinistra la confusione non è minore. L’unico comandamento condiviso, come al solito, è la determinazione a sloggiare Berlusconi: a costo di collezionare brutte figure. Anche ieri l’opposizione si è illusa che mancasse il numero legale, e il premier l’ha spuntata. Per il resto è divisa. Fautori e avversari di un «governo di transizione» si sono affrontati per settimane. L’ipotesi si è rivelata impossibile, come accade spesso quando finisce non un governo ma una stagione politica. E l’alternativa non ha un contorno chiaro. Fra cartello delle sinistre e offerte all’Udc, non si sa quale alleanza sfiderà  il centrodestra; e dunque chi la guiderà .

Il vuoto e la confusione con i quali l’Italia sarà  costretta a fare i conti fino a dicembre danno qualche brivido. C’è solo da sperare che si capisca quanto sia impopolare andare al voto col vecchio sistema elettorale, dopo la richiesta di cambiarlo per referendum, sottoscritta da oltre un milione di persone; e che si riconosca e si assecondi il ruolo di un Quirinale che finora è riuscito miracolosamente a schivare gli strattoni, mantenere un profilo imparziale e farsi rispettare da tutti. Probabilmente non basta, ma può essere un modo per evitare che nei prossimi mesi l’Italia si faccia del male, diventando un facile bersaglio internazionale.


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