«Senza il piano sviluppo Bruxelles ci commissaria»

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CAPRI — In Confindustria sostengono che sia «un puro caso» che il presidente Emma Marcegaglia, ieri, nel congedarsi dai Giovani imprenditori riuniti a Capri, abbia sollevato il problema del Mezzogiorno, proprio nelle stesse ore in cui il ministro dell’Economia, Giulio Tremonti, stava riferendo del piano Eurosud al presidente della Commissione Ue, Josè Manuel Barroso. «Marcegaglia non poteva saperlo, non lo sapeva neppure Berlusconi…» si affrettano a sottolineare fonti confindustriali. Ricostruire come sia andata davvero è reso complicato dal fatto che, in queste ore decisive per le sorti dell’Europa, nel governo in molti sembrano seguire una propria strada. Quella del ministro degli Interni, Roberto Maroni, per dire, ha portato ieri proprio a Capri, e chissà  che non sia stato proprio lui a offrire l’imbeccata. «Non ci piace che non esista più il progetto Sud. È bloccato» ha detto Marcegaglia alla platea. E ancora: «Abbiamo detto basta agli incentivi a pioggia però non possiamo tollerare che i fondi Fas (Fondi per le aree sottoutilizzate, ndr) siano dirottati per coprire la spesa pubblica clientelare». Ma soprattutto il presidente degli industriali si è soffermato su quei Fondi strutturali, da 7 a 9 miliardi, che l’Italia rischia di perdere «perché non siamo stati capaci di spenderli». Proprio quei fondi di cui Tremonti ha detto a Barroso di voler rivedere l’uso, allo scopo di finanziare un piano straordinario per il Sud.
Non solo di questo ha parlato Marcegaglia, che si è lanciata in una difesa appassionata dell’euro e dell’Europa, dove i leader dei maggiori Paesi non si decidono a prendere le giuste misure perché hanno paura di perdere le elezioni, in parte anche in Italia». Di qui il richiamo al governo a mettere mano al decreto Sviluppo perché «le prime indiscrezioni sono deludenti: continuano a mancare le riforme profonde». «Qui – ha aggiunto – rischiamo che l’Europa ci imponga delle scelte, noi siamo un grande Paese, non possiamo farci commissariare continuamente dall’Europa o dagli altri Paesi». E se la paura è quella di «scontentare le lobby, e noi siamo tra queste, allora – ha incalzato il presidente – bè scontentate le lobby, scontentate Confindustria, ma fatelo!».
L’ennesima sollecitazione ha suscitato il commento del ministro del Lavoro, Maurizio Sacconi: «La presidente di Confindustria Emma Marcegaglia lo ha detto tante volte. Quindi si ripete». Più duro il collega della Difesa, Ignazio La Russa: «La Marcegaglia è libera di fare le dichiarazioni che vuole. Spero che non gli si arrabbi, oltre alla Fiat, qualche altro pezzo grosso della sua associazione». Marcegaglia ha concluso il suo ultimo discorso ai Giovani, in veste di presidente, difendendo l’associazione dagli attacchi che dimostrano la “debolezza” di quanti li mettono in atto. Citando il capo dello Stato, Giorgio Napolitano, che di recente ha riconosciuto come contro la crisi «molto sta facendo il mondo delle imprese», Marcegaglia ha chiesto un applauso per il presidente, provocando una standing ovation.


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