“Bertolaso se n’è andato fatti avanti con il premier sarai padrone dell’Abruzzo”

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ROMA – È una miniera di sorprese il giornalista-faccendiere Valter Lavitola. Per Berlusconi lavora ai dossier, ne annuncia di clamorosi, propone posti e li vende alla grande. Ma se li sente anche proporre. Al telefono in ogni istante della giornata, è un ciclone che mescola potere e affari. Utilizzando sempre in modo spregiudicato le carte della disinformazione.
BERTONE MI VUOLE
SOTTOSEGRETARIO
(13 novembre 2009)
Francesco Colucci, detto Ciccio o Cicciuzzo, questore della Camera, è uno degli intimi di Lavitola. Con lui il faccendiere si sfoga e vanta la sua attività  per Berlusconi. Che però non lo ripaga con un posto da sottosegretario, nonostante sponsor di prestigio come il sottosegretario di Stato vaticano Bertone.
L. «Ho sentito Fabrizio. Gli ho detto che io gli sto facendo una serie di cose importanti, Comincioli (senatore deceduto di recente, ndr.) mi ha detto che gli risulta che non ha mai visto gente che gli produce tanto e Comincioli non avrebbe motivo di mentirmi, gli ho detto vedi un attimo: perché qua ci sta Elio Vito che dice che se lo deve scegliere lui il sottosegretario. Deve essere la… come si chiama.. la Santanché, che è invisa al Vaticano, mentre invece Bertone ha chiamato a Letta per me… ma che cazzo, possibile che io devo rimanere appeso, ha detto lui va be’ mo’ me ne occupo».
C. «Ma te l’ha detto che io c’ho parlato?».
L. «La cosa è questa qua: siccome lui mi ha affidato un incarico importante-importante sul quale io posso crescere politicamente, molto importante. Però sono tentato su questa cosa… per cui mi dovrei stare zitto, portare a compimento, se Dio vuole, queste iniziative politiche che lui mi ha detto di portare a compimento e accumulare un credito ulteriore e poi vedere che succede».
SARESTI IL PADRONE
DELL’ABRUZZO
(17 novembre 2009)
Colucci propone a Lavitola il posto di commissario per la ricostruzione dell’Aquila. Gliene vanta gli infiniti vantaggi.
Segretaria Colucci: «Posso passarle il questore».
L. «Agli ordini».
C. «Tu gli ordini li ricevi solo da una persona che poi ti incula sempre. Bertolaso si è dimesso e beh, dico, con le tue inventive, le tue capacità , il tuo entusiasmo, le tue esperienze non potresti fare il commissario a L’Aquila?».
L. «Ma no, l’Aquila a me…».
C. «Ma lì è una cosa seria, e lì che rilanci, se uno sa fare come sai fare tu, ti rilanci e vai ai sette cieli».
L. «Commissario solo all’Aquila o alla Protezione civile?».
C. «No all’Aquila, alla Protezione civile no, perché ti metteresti dentro un merdaio, dai rifiuti alle madonne eccetera che è meglio stare alla larga, non a caso ho detto all’Aquila. Sai che significa, che tu saresti padrone dell’Abruzzo».
L. «Glielo posso dire… ».
C. «Perché adesso è inutile che mette Chiodi. Chiodi non farà  un cazzo, perché Chiodi è un rammollito, è uno che non ha entusiasmo nelle cose, vedi come sta amministrando sta Regione, per fare una norma ci mette dieci anni. Ma tu diventi il punto di riferimento dell’Abruzzo che va ogni giorno sui giornali».
ATTENTI AI DOSSIER
COSàŒ CI SPUTTANIAMO
(12 novembre 2009)
Sempre esplosive le conversazioni tra Lavitola e il coordinatore della Campania Nicola Cosentino, soprattutto quando di mezzo ci sono i “nemici” Bocchino e Carfagna.
L. «Nico’ scusa, io sono uscito mo’ mo’, per questo non t’ho chiamato prima. Allora, ovviamente non ho voluto far vedere che parlavo solo di questo, l’ho fatta andare come chiacchiera alla fine e gliel’ho messa…gli ho detto dottore ma che ne pensa se io mi candido in Campania?… E lui mi dice: … secondo me il tuo amico ci dovrebbe stare, certo qua è un casino, dobbiamo sta’ attenti sotto la campagna elettorale, non rifanno un’altra cosa di dossier, in cui ci sputtaniamo, andiamo a fini’ nei casini. Io gli ho fatto una valutazione. Dico, dottore scusi, mi spieghi una cosa, che cambia se anziché in campagna elettorale li famo uscire essendo lui candidato o essendo lui coordinatore regionale o viceministro? Mi potete far capire se cambia qualcosa? Dice: beh, certo, in effetti. Dico: poi si ricorda, pure su Cesario dovevano uscire, dopodiché proprio perché è stato candidato non sono usciti più, perché questi si sputtanano, pure lei deve calcolare… un’operazione di rigurgito, come si sta avendo. E lui mi fa: sì, difatti i sondaggi in questi giorni mi stanno andando meglio del solito. …Poi c’è la storia che Carfagna… Mara… non vuole Cosentino, Bocchino s’è messo a fare le capriole, là  ci sta un polverone. Se alla fine si trovasse una cosa di mediazione male non sarebbe. Sostanzialmente lui mi ha detto che tu al momento sei avvantaggiato. Io rimango della mia idea Nico’».
C. «Eh…».
L. «E allora tu devi buttare Fabrizio addosso al presidente perché oggi Fabrizio è uno di quelli che… tra questi qua, lui e Bondi, Bondi più di Fabrizio».
C.«Vabbè».
L. «Fagli ritornare addosso Bondi, lui l’ho trovato disponibile. L’unica cosa negativa che mi hai detto, le due cose negative sono state: a) se escono i dossier in campagna elettorale; b) certo, sai Mara, Bocchino fanno casini eccetera eccetera. Poi io sulla prima gli ho detto, presidente scusi, i dossier escono lo stesso se vogliono anzi, il fatto del candidato magari li frena perché sarebbe una cosa strumentale troppo strumentale. Rispetto a questi qui, dico, mi faccia capire, mi trovi uno che si candida e non si incazza Cosentino, o piuttosto che non si incazza Bocchino o che non si incazza il gatto che passa per strada. Qualcuno si incazzerà  sempre, Mara lei la può tenere a bada, Bocchino se non lo tiene a bada Mara con gli strumenti noti, lui dice la devi finire di fare ‘ste allusioni volgari…».
CALDORO UOMO
DI CARFAGNA E BOCCHINO
(13 novembre 2009)
Lavitola parla con il ministro Gianfranco Rotondi e gli propone di lanciarsi nella corsa per la Campania.
Rotondi. «Pronto».
Lavitola. «Gianfranco disturbo? Senti, ti volevo dire io ho fatto una chiacchiera con Nicola molto a lungo sull’ipotesi tue… e gliel’ho detto: ma tu che ne pensi, mica sei matto veramente da voler far passare Cosentino… eh (si confonde) Caldoro e lui dice non ci penso nemmeno, quella è la candidatura di Italo, pensa un po’ se ci penso io a una cosa del genere. E gli ho detto: qual è l’ipotesi alternativa secondo te e lui mi dice una delle opzioni può essere Rotondi. … Secondo me lui c’ha in mente Caldoro. Lui mi ha detto: perché tu non vedi Caldoro? io ho detto non vedo Caldoro per un fatto molto semplice perché è espressione della Carfagna e di Bocchino. E lui fa: ma non sono la stesso cosa. Io dico: dottore solo per lei non sono la stessa cosa. Sono espressioni di Carfagna e di Bocchino e il che significa a Cosentino volerlo massacrare. E lui dice allora qual è l’opzione? L’opzione è Rotondi».
DEVO PARLARE A SCHIFANI
A NOME DEL PREMIER
(30 ottobre 2009)
Lavitola ha accesso diretto sul cellulare del presidente del Senato Renato Schifani cui però risponde la segretaria. «Anche a nome del premier» Lavitola gli vuole parlare della legge sui fondi per l’editoria.
Segreteria Schifani «Pronto».
Lavitola «Renato?».
S. No, sono L.C. (la segretaria, ndr.), con chi parlo?».
L. «Valter Lavitola».
S. «Ehi ciao Valter».
L. «Ciao bella come stai?».
S. «Tutto bene, grazie. Che devo riferire? sta in volo».
L.«Avrei urgentissimo bisogno di parlargli, una cosa importante, proprio urgente-urgente, anche il presidente aveva detto di parlare con lui anche a nome suo e poi casomai di farlo chiamare… Perché comunque sia c’è il fatto se lo riusciamo a fa’ stamattina è bene, se no buonanotte, è un problema di legittimità  di un emendamento».


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