“False 926 firme per Formigoni” più vicino il processo per 15 indagati

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MILANO – Il governatore della Lombardia, Roberto Formigoni, nel marzo dello scorso anno non aveva le carte in regola per presentarsi alle elezioni regionali. Delle 3800 firme raccolte per supportare la lista (poi vincente), 926, quasi il 25 per cento, erano false.
A queste conclusioni è arrivato il procuratore aggiunto di Milano, Alfredo Robledo, e l’inchiesta affidata ai carabinieri. Da ieri pomeriggio sono stati notificati gli «avvisi di conclusione delle indagini», ai 15 indagati, in gran parte consiglieri provinciali del Pdl, accusati di falso. Tra loro, il volto più noto è quello di Clotilde Strada, assistente personale del consigliere regionale Nicole Minetti. Sarebbe stata lei, secondo l’accusa, «in qualità  di vice responsabile elettorale del Pdl Lombardia», «la responsabile dell’attività  di raccolta delle firme dei sottoscrittori necessarie per la presentazione della lista». Strada, seguendo il solco dell’accusa, avrebbe commesso il reato di falso in atto pubblico in «concorso» con i consiglieri provinciali Massimo Turci e Barbara Calzavara, anche loro indagati, assieme agli altri due consiglieri della Provincia, Nicolò Mardegan e Marco Martino.
Strada, stando al capo di imputazione, avrebbe consegnato materialmente a Turci e Calzavara, gli «elenchi dei sottoscrittori» delle liste «già  compilati con le generalità  complete e le firme apocrife». I consiglieri, che dovevano autenticare le firme in qualità  di «pubblici ufficiali», attestavano falsamente di avere «previamente identificato ciascun sottoscrittore con il documento». E in più, sempre stando all’imputazione, attestavano come «vere, autentiche ed apposte in loro presenza» firme che non lo erano.
L’indagine è nata da un esposto presentato dai Radicali della Lombardia, poche settimane dopo l’elezione, lo scorso anno, di Formigoni a governatore. Spulciando e incrociando i dati dei sottoscrittori della lista «Per la Lombardia», si erano accorti di firme che, in moltissimi casi, risultavano essere state apposte dalla stessa mano. Ipotesi che la procura ha verificato con una perizia, ma che soprattutto, in questi mesi, ha riscontrato con gli interessati. Migliaia di persone sono state contattate dai carabinieri, inizialmente per sapere se erano effettivamente loro ad aver sostenuto la lista Formigoni. Anche pensionati ultraottantenni, hanno negato con decisione, e sono stati ascoltati come testimoni a verbale. Il risultato ha portato ad accertare che quasi mille firme erano false. Non solo. Il limite imposto dalla legge elettorale, prevede che il limite di firme a sostegno delle liste, non sia inferiore al tetto delle 3500. Il dato che emerge dall’inchiesta è che anche in questo caso la candidatura di Formigoni è stata irregolare.
Del caso, proprio recentemente, si è occupata anche la Corte Costituzionale, alla quale si erano rivolti i radicali per sapere quale autorità  è competente per annullare le elezioni lombarde del 2010. La scorsa settimana, la Consulta ha stabilito che l’eventuale destituzione di Formigoni dovrà  essere accertata dalla giustizia civile. Per arrivare alla verità , comunque, serviranno altri mesi.


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