Rc auto, aumenti record in Italia in media il 25% in più in due anni

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ROMA – Rincari da record, fino al 35%, per due e quattro ruote. Tra il 2009 e il 2010, la Rc auto, una delle voci di spesa più pesanti per i bilanci di famiglie e imprese, ha ripreso a correre a ritmi insostenibili e più alti dell’Unione europea, accusa il presidente dell’Antitrust Antonio Catricalà , sostenuto dalle associazioni dei consumatori. Che parla di «aumenti del 25% per chi assicura un’autovettura e di oltre il 35% nel caso di un motociclo». Ad esempio, un quarantenne del Nord Italia con un’autovettura di media cilindrata, ha dovuto pagare oltre il 20% in più negli ultimi due anni. Mentre nel caso di un sessantacinquenne del Meridione con un’auto di cilindrata medio-piccola, «il premio è aumentato del 15-20%». Altro esempio, quello relativo al profilo di un diciottenne residente nelle isole la cui assicurazione del motociclo «ha registrato un incremento del 30%».
Secondo i dati dell’indagine che il numero uno dell’Autorità  ha illustrato ieri al Senato, negli ultimi cinque anni l’Italia ha mostrato aumenti a tassi più che doppi rispetto agli altri Paesi dell’Unione europea. A queste considerazioni vanno anche sommati i mancati effetti positivi attesi dal risarcimento diretto: «Il costo medio di un sinistro ha fatto registrare un incremento del 27% nel periodo 2008-2010», sottolinea Catricalà  «E’ un dato che appare ancor più significativo laddove lo si analizza per area geografica: risulta, infatti, che l’aumento del costo medio nel Sud è stato di quasi il 70% superiore a quello nel Nord».
Ma l’Antitrust punta l’indice anche sulle carenze strutturali di un settore che, invece di procedere ad una razionalizzazione interna e delle proprie attività , cerca di attirare l’attenzione solo sul problema delle frodi e della sinistrosità  elevata del parco auto italiano. Infatti il numero delle frodi accertate in Italia «resta contenuto». È una rivelazione che stravolge l’immagine negativa incollata su una parte degli automobilisti italiani che (a sentire le imprese del settore) sarebbero spesso pronti a raggirare le compagnie. Infatti, se i dati italiani sulle truffe vengono confrontati con quelli di alcuni Paesi dell’Ue, emerge una realtà  sorprendente: nel Regno Unito le frodi assicurative accertate sono il quadruplo rispetto all’Italia e in Francia il doppio.
Per Catricalà , dunque, «le compagnie nel nostro Paese sono restie a individuare efficaci meccanismi interni di controllo. È sempre più evidente che per le imprese è più agevole scaricare sui premi i maggior oneri derivanti dalle inefficienze di gestione. Sarebbe troppo ingenuo pensare che, introducendo un sistema di controllo sulle frodi, si possano avere gli attesi risultati di contenimento della crescita dei premi e di miglioramento dei servizi di assicurazione», conclude Catricalà .


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