Ristruttura una casa: cade dalla scala e muore

by Sergio Segio | 11 Ottobre 2011 15:39

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Inutili i soccorsi dapprima di due colleghi e poi degli infermieri di un’ambulanza del 118. Sulla morte del trentenne indagano ora gli agenti del commissariato Salario-Parioli: hanno ascoltato sia gli altri operai della ditta per la quale il trentenne lavorava – una quindicina i dipendenti – sia i responsabili della società .

Dai primi accertamenti è emerso che Ionel era in regola con i documenti, ma si indaga per stabilire se gli operai stessero svolgendo la ristrutturazione dell’immobile dopo aver siglato un regolare contratto di lavoro. Sarà  inoltre l’autopsia, prevista per oggi, a stabilire se il romeno sia deceduto in seguito al violento trauma facciale causato dalla caduta oppure sia precipitato dopo essere stato colto da un malore che gli ha fatto perdere i sensi.

Intanto i sindacati sono tornati a chiedere maggiori controlli. «Si continua a morire nei cantieri romani – dice Andrea Cuccello, segretario generale della Filca Cisl cittadina -. Nella Capitale è il terzo incidente mortale nel 2011. A 4 mesi dalla morte di Bruno Montaldi, l’operaio che lavorava nel cantiere della metropolitana “Bologna-Conca d’Oro” a Piazza Sant’Emerenziana, un altro lavoratore ha perso la vita. Dal 2003 nel settore dell’edilizia a Roma sono morti 54 operai, 28 dei quali stranieri (21 romeni, tre polacchi, due tunisini, un macedone e un egiziano): le statistiche – aggiunge Cuccello – parlano di un calo di incidenti ma a Roma non è così. I dati sugli infortuni vanno letti con quelli sull’occupazione. C’è invece la conferma che la sicurezza nei cantieri è una vera emergenza, tanto che solo domenica scorsa il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha detto che non si può abbassare la guardia riducendo gli investimenti nel campo della prevenzione e della sicurezza sul lavoro. Chiediamo sempre più ispezioni e continui controlli per la tutela delle maestranze. È troppo?».

Secondo Marco Carletti, segretario della Fillea Cgil Roma e Lazio, «l’emergenza non è mai finita, e anzi con questa vicenda lancia altri allarmi. Se la causa della morte fosse un malore, vuol dire che la sorveglianza sanitaria sui cantieri è inadeguata. Non bisogna poi dimenticare il fenomeno dei sovraccarichi di lavoro e delle aspettative per prestazioni sempre più elevate in tempi brevi a carico degli operai, sottoposti a stress fisico e psicologico, soprattutto se stranieri e con poca conoscenza di diritti e contratti di lavoro».

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