Btp sotto pressione Milano perde il 3,82%

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FRANCOFORTE — Borse europee in picchiata ieri, con Milano «maglia nera», in perdita del 3,82%, sulla scia di timori soprattutto per le banche, retrocesse in media oltre il 6%. In forte aumento anche la tensione sui titoli di Stato europei, con il differenziale fra i bond decennali italiani e quelli tedeschi cresciuto fino a 410 punti base, con un rendimento oltre il 6%, nonostante l’intervento di acquisto di titoli di Stato italiani da parte della Banca centrale europea. Un inizio di settimana turbolento per i mercati. Con l’Italia tornata nel mirino degli speculatori, anche se hanno sofferto molto anche la Spagna e il Belgio, ma anche la Francia ha raggiunto uno spread con i Bund superiore ai 100 punti base.
A poche ore dal passaggio delle consegne in Bce dal presidente Jean-Claude Trichet al governatore di Bankitalia Mario Draghi, la crisi del debito è parsa raggiungere un nuovo picco, con una incertezza molto elevata, sulla scia di timori di contagio e di forte rallentamento dell’economia. Anche per questo «SuperMario» (come i media tedeschi hanno ribattezzato Draghi), è arrivato per tempo, ieri sera, a Francoforte. Per insediarsi oggi — nonostante il giorno di festa anche per la Bce — al vertice della Eurotower, e tener fede all’altro nuovo nomignolo di «italiano (o romano) prussiano». Lo aspetta una settimana difficile, con la prima presidenza del Consiglio direttivo della Bce, giovedì mattina, nella quale sarà  rimesso al voto dei 23 membri anche l’eventualità  di un taglio dei tassi di interesse. Auspicato dalla maggior parte degli economisti, ma ritenuto più probabile in dicembre, per via dell’inflazione elevata, inchiodata al 3% anche in ottobre. Mentre in serata Draghi volerà  a Cannes per seguire il G20 fino al 4 novembre (come presidente uscente dell’Fsb), nel quale il Fmi potrebbe mettere a punto una rete di salvataggio per Italia e Spagna, se la sfiducia persisterà  come nelle ultime ore.
Da oggi Draghi raccoglierà  direttamente in Germania anche le critiche di Berlino, ripartite ieri dal capo della Bundesbank Jens Weidmann e soprattutto dal ministro alla Finanze Wolfgang Schà¤uble. Il quale ha rivolto all’Italia l’invito esplicito a «fare i suoi compiti», perché «non possiamo risolvere in Germania i problemi dell’Italia». Ma il Belpaese deve piuttosto «convincere i mercati di essere determinato a intraprendere rapidamente le riforme necessarie, e a realizzarle». E se per Schà¤uble «la questione che l’Italia possa usufruire del fondo salva Stati Efsf non si pone», il capo economista dell’Ocse Pier Carlo Padoan ha sostenuto senza peli sulla lingua, in un’intervista radiofonica, che «l’Italia non è troppo grande per fallire». Anzi. La questione italiana, ha proseguito l’economista italiano, deve essere risolta con la massima urgenza, perché «è un gioco troppo pericoloso pensare che nessuno ci farà  fallire, perché siamo troppo grandi come italiani».
Inoltre, ad accrescere la preoccupazione degli esperti era giunta la notizia del fallimento del fondo americano MF Global holdings, la prima vittima legata direttamente al debito italiano. Il titolo della società  finanziaria aveva perso il 66% in borsa, quando era emersa l’esposizione verso il debito sovrano europeo, per 6,3 miliardi di dollari, di cui oltre la metà  investiti in titoli del Tesoro italiani. Giorni fa, era stato il presidente Trichet a lanciare l’allarme per una «crisi sistemica globale», da risolvere con «la massima urgenza». Ieri, invece, il premier Papandreou ha annunciato il ricorso a un referendum in Grecia e anche un voto di fiducia al Parlamento sull’accordo europeo di settimana scorsa per la riduzione di parte del debito pubblico del Paese ellenico. Così, secondo il premier, «sarà  la volontà  del popolo greco a decidere». Un altro rinvio.


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