Censimento.it Così diventa un social network

Loading

Dopo tutto, è come aggiornare la pagina Web col tuo “profilo”. Chi sei, dove vivi, sposato o no, se lavori o no… Due colpi di mouse ed ecco, ti sei “loggato” anche tu, per i prossimi dieci anni, in quel grande social network che in fondo è la Repubblica Italiana. «Sarei curioso di sapere a che ora compilano il modulo online», confessa Benedetto Leone, oggi in pensione, che all’Istat ha diretto le campagne di comunicazione di ben tre censimenti, «se si mettono al computer alle due di notte per “fare il censimento” come quando chattano con gli amici, allora è davvero successo qualcosa». Il 15° Censimento generale della popolazione italiana è il primo all’era di Facebook, il primo compilabile anche via Internet, la curiosità  era nel conto, ma quel che è successo ha sorpreso tutti. Nei primi otto giorni dall’inizio della distribuzione, su 3,5 milioni di moduli restituiti oltre 1,6 erano stati compilati online: era più del 45 per cento, con punte che in alcune città  come Palermo superavano di slancio l’80%, imprevedibilmente umiliando la tecnocratica Milano ferma al 33%. Un entusiasmo del tutto inatteso, stante che un test-campione svolto nel 2009 aveva valutato la propensione al censimento via Internet in un modesto10%. Un assalto agli sportelli virtuali che nel primo giorno della gran conta ha fatto saltare i server dell’Istat, rimessi presto in carreggiata, sotto il peso di alcune decine di migliaia di tentativi di accesso simultanei. «È la più grande operazione via Internet mai realizzata in Italia», il presidente Istat Enrico Giovannini va già  orgoglioso di uno scatto tecnologico che per una volta fa arrivare l’Italia prima degli Usa (ma dopo Francia, Inghilterra, Svizzera, Ungheria, Slovacchia), ed è oltretutto foriera di inattesi risparmi per le casse pubbliche: nel solo comune di Bologna, ad esempio, basterebbe un 20% di questionari restituiti elettronicamente per recuperare due milioni di euro.
Forse alla fine dei conti le percentuali saranno meno esaltanti: alla data del 24 ottobre, a quindici giorni dall’inizio delle operazioni, con oltre sei milioni di moduli compilati, la quota degli online era già  scesa al 41%; calo fisiologico: i tecno-entusiasti si muovono sempre prima dei paleo-tecnologici. Ma la svolta storica dopo un secolo e mezzo è comunque già  agli atti, è nell’atteggiamento, nel rapporto fra il cittadino e lo Stato che non viene più a sbirciare in casa sua. Il rilevatore in carne ed ossa, L’uomo con la cartella piena di fogli come lo definì un romanzo scritto da uno di loro, Alessandro Petruccelli, rilevatore nel ‘61, busserà  solo alle porte dei tiratardi. I moduli arrivano per posta e si restituiscono a mano, o appunto via Internet: e questo, di fatto, cambia la relazione: non è più il potere che viene a chiedere, è il cittadino che spontaneamente si racconta. E se non ne ha voglia? Devono avere avuto questo timore, i vertici dell’istituto dei conteggi, se hanno impostato una campagna promozionale che martella sull’obbligatorietà  dell’atto e sulle sanzioni verso i renitenti, mentre in passato l’accento era tutto sulla volonterosa collaborazione del singolo al bene statistico nazionale: «In dieci minuti aiuti l’Italia per dieci anni», così ad esempio nel ‘91.
Non c’era bisogno delle garbate minacce. Gli italiani si sono sempre fatti contare volentieri (la quota di non censiti non ha mai superato l’1,45%), ma questa volta forse anche di più. Il giocattolo funziona. Ci sono gruppi e blog che ne discutono. Francesca Comunello, docente di Internet Studies alla Sapienza, ne è incuriosita: «È diventata un’operazione leggera, che si può infilare negli interstizi dei nostri tempi di vita, in modalità  multitasking con altre attività , mentre scorri le email o dici due frasette su Facebook, mentre prima la compilazione implicava la convocazione di una “seduta” della famiglia attorno al tavolo, magari davanti allo Stato nella persona del rilevatore».
Ma ecco, questo è il punto. Gli strumenti cambiano i contenuti. Passare dall’interfaccia umano a quello elettronico non influenzerà  i risultati? Saranno più o meno sinceri gli italiani di fronte al monitor di quanto non fossero davanti al funzionario comunale? «Non credo cambierà  nulla», liquida il dubbio il demografo Massimo Livi Bacci, «in realtà  anche prima il rapporto era impersonale, con un modulo di carta». Ma il Web non è solo un supporto passivo, è uno spazio di proiezione dell’Io, che spesso si percorre protetti da maschere di identità  fittizie… «Non è più così», obietta Comunello, «l’era dell’anonimato è finita, ora condividiamo i nostri nomi, le nostre fotografie, le nostre preferenze: ci può magari piacere mostrarci sotto la luce migliore, ma tutto sommato quel grande auto-censimento permanente che è già  il mondo dei social network è abbastanza sincero». Al punto che all’Istat ora pensano ci siano le condizioni per passare dalla cadenza decennale alla rilevazione continua: e allora davvero sarà  come essere iscritti a Statobook.
Web e censimento, allora, destini incrociati, matrimonio perfetto? Forse non del tutto. Il censimento non è solo la sana auto-diagnosi di una collettività , è anche un rito che ha radici mitologiche, religiose. Lo istituì il Dio della Bibbia, ordinando a Mosé: «Fate il censimento di tutta la comunità  degli israeliti, secondo il casato dei loro padri…», poi per colpa di un censimento Lui stesso fu costretto a spostare il luogo di nascita di Suo Figlio, da Nazareth a Betlemme. Così saturo di trascendenza, il censimento, che nella Roma dei re doveva concludersi con la lustratio, atto di purificazione collettivo. Il primo censimento moderno, il Domesday Book, porta nel nome il marchio della trascendenza originaria: “libro del giorno del Giudizio”. Ma come sarà , d’ora in poi, questo rito senza i suoi officianti? Nessuno batterà  più, numero civico per numero civico, i quartieri delle città , i casolari sparsi: era una gigantesca campagna di esplorazione di quella terra incognita che si nasconde dietro un portone chiuso. «Andando a vedere di persona si scopriva un’Italia che nessuna anagrafe conosceva davvero», ricorda Tonino Cortese, ex direttore di almeno tre censimenti. «Si combatte casa per casa, come a Vukovar», scrisse Marco Pasquali, che nel censimento ‘91 era un rilevatore quarantenne e oggi è coordinatore dei rilevatori romani, nel suo diario “Ho fatto il censimento”, che finì per pubblicare come un “Millelire” di Stampa Alternativa. «Era un’esplorazione della giungla urbana, non potevi sapere cosa avresti trovato dietro la porta». Quaranta lavoranti in nero in un appartamento. La signorina in vestaglia di chiffon che si dichiarava “fotomodella”. Il signore in pigiama e ciabatte che giurava di non abitare lì. Tanta povertà , tantissima solitudine. L’Italia dei mestieri non regolari, delle famiglie non canoniche, delle economie sommerse, delle povertà  trascurate. E tanti che non aspettavano altro che uno sconosciuto su cui riversare le storie delle loro vite. «Fossi stato uno sceneggiatore, avrei avuto materiale per una carriera intera. Entravi come rappresentante dello Stato, uscivi come amico». Magari qualcosa di più: «Una collega trovò un signore con le valigie nell’ingresso, “Abita qui?”, “Non più, mi sto separando”, “Anch’io!”, ci scappò un invito a cena, sono ancora insieme dopo vent’anni e hanno una figlia». Cose così non capiteranno mai, al cuore di bit dei rilevatori elettronici.


Related Articles

Più caldo, più muri, più sete i rischi per il mondo che verrà

Loading

Nella mappa a sorpresa non compare il terrorismo, se non come innesco di altre minacce

Rapporto Almalaurea 2017. Laurea di classe all’università

Loading

Saperi. Rapporto Almalaurea 2017: sugli studi pesa l’origine sociale, metà dei giovani vuole emigrare

Ancora tagli ai dottorati e Renzi chiama cinquecento “Superprof”

Loading

Ricerca. VI indagine dell’Associazione dottorandi italiani (Adi): dal 2014 meno 18% delle borse di studio. Negli ultimi 10 anni posti quasi dimezzati, mentre i dottorati si concentrano in 10 atenei (solo due a Sud)

No comments

Write a comment
No Comments Yet! You can be first to comment this post!

Write a Comment