Il processo Ruby entra nel vivo ecco le carte della procura per inchiodare il Cavaliere

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MILANO – Siamo in un processo con Ilda Boccassini, non in un format televisivo. Possibile che l’ex premier non se ne renda conto? Il processo Ruby-Silvio questa mattina riprende con un’udienza necessaria a tracciare i limiti del materiale da usare (circa 26mila pagine). E a fissare il calendario dal prossimo 2 dicembre in avanti, quando la versione di Berlusconi (oggi non dovrebbe esserci) si scontrerà  con i ricordi dei detective, che saranno molto probabilmente i primi chiamati a deporre.
Bastano pochi punti per comprendere come la realtà  stia per essere catapultata dai magistrati sulle spalle dell’ex premier.
La riforma della legge sulla prostituzione.
Esiste in Italia la legge Merlin e si occupa di prostituzione. Sarà  anche datata (1958), ma è stata riformata di recente e resa ancor più intrusiva. Quando è avvenuto questo abbassamento della soglia di garanzia? L’11 agosto del 2003. E chi ha firmato la legge di riforma 228? Il ministro leghista Roberto Castelli e il premier Berlusconi. Per avviare un’indagine non occorrono più i «gravi» indizi di colpevolezza, bastano i «sufficienti indizi». Anche la lunghezza delle intercettazioni è cresciuta, e c’è stato un giro di vite sul cliente della prostituta minorenne. Se beccato e condannato, perde i benefici di legge: deve andare in galera se non collabora. E’ punito – dice la legge – con la reclusione da sei mesi a tre anni e con la multa non inferiore a euro 5.164». Perché sia applicato il concetto di «sesso» con minori basta che un minore sia presente sulla scena sessuale.
Il sesso con Ruby.
«La persona minorenne – dice Berlusconi – nega di aver mai avuto avances né tantomeno rapporti sessuali e afferma di essersi presentata a tutti come ventiquattrenne». Se questa è la difesa in aula, ha già  perso. La versione di Ruby va letta per intero. Il padrone della villa San Martino, dice la giovane invitata, regala alle favorite alcuni anni di case gratis e «tale proposta – rivela Ruby nell’ultimo interrogatorio al pm Antonio Sangermano – viene fatta a me da Berlusconi, che in quell’occasione scoprì che ero minorenne e senza documenti (…) Berlusconi mi propose di farmi passare per nipote del presidente egiziano Hosni Mubarak e di fornirmi documenti comprovanti la mia nuova identità ». Quella sera Ruby si fermò per la notte e racconta di «ragazze nude», della loro triste competizione «per farsi notare da Berlusconi con atti sessuali sempre più spinti», mentre lei serve all’allora presidente un ormai leggendario Sanbitter. E, dunque, è «sesso con minori».
La privacy di Berlusconi.
«Ad alcune persone è bastato venire una volta a cena a casa mia, la casa del presidente del Consiglio, per avere il proprio cellulare controllato», ha detto l’imputato. È un’altra menzogna, meglio specificare alcuni fatti. È stato controllato dai detective il telefonino di Ruby, certo: chi non l’avrebbe fatto? E’ una mitomane o davvero, come dice, lei era lì, in mezzo a buste di denaro contante? Ed è così che si scopre che Ruby c’era stata giorno e notte, ad Arcore, per un totale di quattordici date, a cominciare dal 14 febbraio e a finire a maggio. Via via che alcune persone entravano nelle indagini, è stato chiesto ai detective: anche questo telefonino arriva ad Arcore? Molti sì. Spesso sono bastati pochi giorni d’intercettazione per raccogliere prove sulle «serate eleganti», se l’eleganza è a base del binomio sesso e soldi.
Il problema dei risarcimenti.
Gli interrogatori di Karima El Mahroug – minorenne marocchina, scappata dalle comunità , autobattezzata Ruby Rubacuori e arrivata ad Arcore – sono stati solo l’input. Dopo di lei, verbale dopo verbale, intercettazione dopo intercettazione, testimone dopo testimone (e ce ne sono…), i detective sono arrivati a inquadrare intorno a Berlusconi – parole dell’accusa – uno «strutturato sistema, organizzato per compiacere» il cliente: si tratta del trio Emilio Fede, Lele Mora e Nicole Minetti, riuniti nell’altro processo. E l’altro ieri – attenzione – è stato stabilito che tutte le ragazze invitate, dalle show girl alle «disperate delle favelas» possono essere «vittime». Quindi eventuali «parti lese»: è la legge, che tutela la dignità  delle donne. Ed è stata aperta un’autostrada per le richieste dei possibili risarcimenti.
La concussione in questura.
Se si torna alla notte tra il 27 e il 28 maggio 2010, si sa che Berlusconi ottiene il favore del rilascio di Ruby, fermata per furto, telefonando in questura. Per i pubblici ministeri si tratta di concussione. Ma perché Berlusconi chiama di persona? Perché «sono buono di cuore», dice. O perché ha paura che se Ruby parla, si scopre tutto quanto delle sue notti? E se si scopre tutto, dai soldi allo stile delle notti, non può persino rischiare …la caduta del governo? Questo, anche questo, è il senso del processo.


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