Irpef, ridotto l’acconto 2011 Tre miliardi per gli autonomi

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ROMA — Dopo una lunghissima gestazione nella pancia del ministero dell’Economia, arriva con la firma di Mario Monti, e proprio all’ultimo minuto, il rinvio parziale delle imposte per oltre 7 milioni di contribuenti. Tre miliardi e 50 milioni di euro di tasse in meno da pagare entro la fine di novembre, grazie al decreto del Presidente del Consiglio dei ministri che stabilisce la riduzione dell’acconto Irpef 2011, dal 99 all’82% del reddito del 2010.
Una boccata d’ossigeno per autonomi, piccole imprese personali, imprenditori, lavoratori dipendenti che percepiscono altri redditi, che arriva in un momento di acuta intensità  della crisi. Uno sconto del 17% sull’Irpef da anticipare allo Stato per il 2011 vuol dire lasciare più soldi in tasca ai cittadini a Natale, sollecitare i consumi. Secondo gli artigiani di Mestre il rinvio delle imposte vale in media 404 euro per ciascuna dichiarazione Irpef. E non per tutti i contribuenti significherà  pagare più tasse l’anno prossimo, con il saldo. Molti hanno guadagnato meno, e con l’acconto al 99% avrebbero probabilmente pagato tributi non dovuti, come sottolinea Rete Imprese Italia.
«È un primo intervento che darà  benefici, un buon segnale nella prospettiva di azione del nuovo governo» dice il pd Alberto Fluvi, capogruppo in Commissione Finanze. Peccato che l’iniziativa sia stata concepita dal vecchio esecutivo, anche se ci sono voluti 16 mesi per partorirla. La legge con il primo stanziamento, (2,3 miliardi), è del luglio 2010, ma è stata attivata, con l’aggiunta di 700 milioni, solo con la legge di Stabilità  del 12 novembre, l’ultimissimo atto del governo Berlusconi. E ci sono voluti altri dieci giorni, con il cambio dell’esecutivo, prima della firma, che arriva a ridosso della scadenza, complicando non poco le cose ai sostituti d’imposta.
La “vera” manovra sui conti pubblici non si farà  attendere e insieme alle misure per la crescita porterà  un inasprimento delle tasse, soprattutto per i più ricchi. Il ritorno dell’Ici legata al reddito, la rivalutazione delle rendite catastali, forse anche una patrimoniale moderata, se non un nuovo rincaro dell’Iva. Ci saranno interventi sulle pensioni e probabilmente anche sulle invalidità . Del resto servono almeno altri 15 miliardi per arrivare nel 2013 al pareggio di bilancio, che anche il governo Monti vuole blindare nella Costituzione. Ieri alla Camera si è chiusa la discussione sul ddl: il ministro Pietro Giarda sembra preferire un testo meno pesante di quello di Tremonti, ed il rinvio ad eventuale legislazione secondaria più specifica.
Tra le altre misure, ci saranno privatizzazioni, liberalizzazioni, rafforzamento dell’Antitrust, incentivi fiscali sulle infrastrutture, nuove regole per la realizzazione di opere pubbliche, reti e grandi impianti. Il ministro Corrado Clini ha detto che saranno «rese strutturali le detrazioni fiscali del 55% sulle ristrutturazioni ecologiche», ed è poi attesa la riprogrammazione dei fondi europei per il Sud, con 8 miliardi in più grazie al minor contributo nazionale accordato dall’Ue. Quanto ai ticket sanitari, il ministro alla Salute Renato Balduzzi ha spiegato che si cercherà  di «rimodulare il sistema d’intesa con le Regioni, per seguire criteri di maggior equità  con il riconoscimento del reddito familiare». L’Europa attende il decreto con la manovra per l’8 dicembre, e ha dato a Monti tre direttive: garantire l’applicazione di tutte le misure antideficit del vecchio governo, aumentare l’avanzo primario, migliorare il potenziale di crescita dell’economia.


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