La brutalità  domestica è senza frontiere

by Sergio Segio | 26 Novembre 2011 7:59

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«Uomini, imparate a perdere, mai più violenza contro le donne», vi era scritto. Mujica ha poi parlato con studenti e professori per sensibilizzare sul tema e ha lanciato un appello dal sito delle presidenza in cui invita gli uomini a non «picchiare mai più una donna». Una lodevole iniziativa che indica il succo del problema: uomini che picchiano, stuprano, uccidono perché, di fronte alla libertà  femminile, «non sanno imparare a perdere». D’altronde, Mujica è un uomo del secolo scorso: quello in cui le tre sorelle Mirabal – oppositrici assassinate per ordine del dittatore Rafael Trujillo il 25 novembre 1960 – condividevano «l’assalto al cielo» del grande Novecento. Donne contro e non vittime che, anche in America latina – come spiega l’inchiesta pubblicata di fianco – , hanno cambiato i dati del problema con l’ingresso massiccio nel mercato del lavoro. E non vogliono più restare ai margini portando il peso della crisi. Questo hanno significato ieri convegni, incontri e manifestazioni in ogni parte del continente latinoamericano: dall’Uruguay (dove ogni anno almeno 35 donne sono uccise fra le mura domestiche), all’Argentina (dove ancora ieri una ragazzina di 13 anni è morta per un aborto clandestino nel nord povero del paese), al Venezuela, dove i dati sulle maternità  in età  minorile sono ancora allarmanti. La normativa venezuelana, scritta dalle donne in chiave di genere, è però molto avanzata ed è stata approvata dal parlamento nel 2007. Tutela la donna da 19 tipi di violenza, con particolare attenzione a quella domestica.
La direttrice esecutiva di Un Woman, Michelle Bachelet, durante la giornata di ieri, ha illustrato un piano in 16 obbiettivi per prevenire e sradicare la violenza contro le donne nel mondo: «una minaccia – ha detto – contro la democrazia, la pace e la stabilità ». Al centro del programma, Bachelet ha posto l’educazione pubblica e la visibilità  del problema. Il punto 14 evidenzia la necessità  di «lavorare con e per i giovani per porre fine a questo tipo di violenza. Garantire un sistema educativo che insegni ai bambini a stabilire relazioni basate sul rispetto reciproco». Un progetto preventivo rivolto soprattutto agli uomini, perché il ciclo infernale s’innesca «quando il bambino osserva il padre picchiatore che poi imiterà ».
Secondo i dati Onu, a livello mondiale, 603 milioni di donne vivono nei paesi in cui la violenza domestica non viene considerata un crimine. Il livello della violenza sessuale rimane elevato, e così pure il femminicidio, sia in tempo di pace che di guerra. Sei donne su dieci nel mondo subiscono violenze fisiche o sessuali nel corso della loro esistenza. Oltre 60 milioni di ragazze sono spose-bambine e da 100 a 140 milioni di bambine e di donne subiscono mutilazioni genitali. Più di 600.000 milioni di donne e di bambine sono vittime della tratta fra le frontiere ogni anno, in gran parte finiscono nelle filiere dello sfruttamento sessuale.
La violenza contro le donne – una delle violazioni dei diritti umani più diffusa – è anche la meno punita, ha ricordato ieri anche Amnesty international: che ha esortato l’Unione europea e tutti gli stati del Consiglio d’Europa a firmare e ratificare la convenzione sulla prevenzione e sulla lotta contro la violenza sulle donne e la violenza domestica, adottata dal Consiglio stesso. Ad oggi, 17 paesi del Consiglio d’Europa hanno firmato la convenzione, la Ue ancora no.

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