La corruzione che uccide

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Il governo del presidente Humala, che ha vinto le elezioni al ballottaggio dopo una campagna di terrorismo mediatico simile a quella lanciata in altri paesi latino-aemricani contro altri candidati progressisti, deve fronteggiare la sua prima crisi politica.
L’inesperienza politica della squadra di governo non le consente di vedere che la cosa che ha davanti e la minaccia è una sola: il potere reale, corrotto e grande.
Mentre scoppiava lo scandalo in cui appare coinvolto il vice-presidente Omar Chehade, si doveva costituire una commissione d’indagine dei crimini economici e finanziari del governo di Alan Garcà­a Pérez. Legato a doppia corda con il fujimorismo, la gente di Garcà­a ha fatto l’impossibile per evitare che la commissione si costituisse e che fosse presieduta dal deputato Javier Diez Canseco, odiato dal potere economico peruviano e dall’Apra per aver messo alla luce del sole i legami fra imprenditori e il governo di Fujimori e, prima, aver fatto lo stesso durante il primo governo di Garcà­a. Mentre nel Congresso si costituiva la commissione, si è levata una rabbiosa campagna mediatica contro l’ipotesi che a presiederla fosse Diez Canseco, che alla fine è stato censurato con l’acquiescenza del presidente del Congresso.
Finora, nei primi cento giorni del governo di Humala, la corruzione di alto rango va guadagnando posizioni e il potere va apprendendo chi è che comanda e come lo fa. Il vice-presidente della repubblica, che è anche parlamentare, è stato censurato e sospeso dal Congresso per quattro mesi, però non gli sono state chieste le dimissioni dalla carica di vice-presidente.
E non si è fatto niente anche per investigare quanto il cittadino vice-presidente sia stato pagato per i suoi servizi né di che dimesioni sarebbero stati quei pagamenti nel caso che l’operazione si fosse conclusa con successo. Diez Canseco, che fa parte dell’allenza di Humala Gana Peràº, dal canto suo si è visto tagliare i poteri d’indagine della commissione grazie all’azione del presidente del Congresso, Daniel Abugattà¡s, che pure è dello stesso partito di governo. Il gioco del presidente del Congresso che non ha voluto che fosse il plenum del Congresso a ratificare la commissione d’indagine, le ha tolto peso e apre interrogativi che vanno oltre alle certezze ispirate dalla presenza di Diez Canseco. Humala sta perdendo il primo round contro la corruzione e lo sta vincendo il potere economico e politico.
Presto potrebbe scoprire che non c’è un secondo round. La sua popolarità  dipende dalla sua onorabilità  e la sua onorabilità  dipende da come operano i poteri dello Stato di fronte alla corruzione. La lezione politica di Lula è quella di rimuovere i personaggi sospetti prima che il sospetto arrivi a sfiorare il presidente, e mandare avanti le investigazioni del Congresso seguendo i procedimenti abituali della ratifica da parte della maggioranza.
L’interesse nazionale nella lotta contro la corruzione sta al di sopra dei poteri del presidente del Congresso e dell’amicizia del presidente con il suo vice-presidente.
*Alai Amlatina
** Economista peruviano


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