La linea del Pd: un esecutivo senza ministri politici

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ROMA — Un governo tecnico fatto di tecnici. È l’orientamento del Partito democratico, per portare a termine le necessarie e dure riforme economiche e, al contempo, evitare una troppo plateale compromissione con un esecutivo composto anche dal Pdl. Ma sulla scelta di un esecutivo tecnico arrivano le considerazioni non proprio entusiastiche di Romano Prodi. Che, in un’intervista alla radio svizzera, spiega: «Ho estrema fiducia in Monti, siamo più amici che colleghi. Anche se, certo, il governo tecnico è un po’ una sconfitta per la politica. Il Paese è ancora nella lunga transizione iniziata con la fine dei grandi partiti storici». Parole che provocano l’immediata replica piccata di Pier Ferdinando Casini: «Non siamo davanti a un esproprio della politica, ma a un atto di volontà . C’è la sconfitta della politica per quei governi che non sono riusciti a governare il Paese. E a Prodi dico, sommessamente, che anche il suo non c’è riuscito».
Il Pd, nonostante le obiezioni prodiane, è convinto della necessità  di un governo tecnico. «C’è il problema dell’Italia», riassume Pier Luigi Bersani. Che vede il Pd «a due passi dalla vittoria» proprio in virtù di questa impostazione «responsabile». Il segretario interviene alla presentazione di un libro di Maurizio Lupi e l’istantanea della giornata immortala la nuova grande alleanza dopo la famosa foto di Vasto (con Di Pietro e Vendola): stavolta al fianco del segretario del Pd ci sono Gianfranco Fini, Pier Ferdinando Casini e Angelino Alfano. Bersani spiega che con Monti serve un profilo di «netta, inequivocabile, novità » e sui contenuti «serve equità ».
Già  circolavano i primi nomi di esponenti del Pd candidabili per il nuovo esecutivo: Enrico Letta, Anna Finocchiaro, Sergio Chiamparino, Luciano Violante. Nomi che però non sembrano più spendibili nella nuova prospettiva. Bersani (e con lui tutto il partito o quasi) si è convinto che è preferibile un governo tutto tecnico, sul modello di quello Dini del ’95. Al limite con due vicepremier politici (i due Letta?) e un sottosegretario alla Presidenza del Terzo polo. Rosy Bindi è per un governo tutto tecnico. Enrico Letta ha fretta: «Il governo Monti va bene tecnico o politico purché nasca entro lunedì: altrimenti non si salva nessuno».
Ma il nuovo scenario apre un dissidio a sinistra: l’Idv ha praticamente deciso di stare fuori da un esecutivo che farà  «macelleria sociale». Quanto a Sel, Nichi Vendola dalla Cina detta le condizioni: l’obiettivo sono le elezioni in fretta. Nel frattempo può esserci un governo ma in totale discontinuità  e che faccia «una patrimoniale pesante».


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