Le Fs licenziano Antonini: «Compromesso il rapporto fiduciario»

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VIAREGGIO.  «Il mio licenziamento dalle Ferrovie? Definiamolo uno spiacevole episodio. Ben diverso dalla strage di Viareggio, una immane tragedia che pure fu definita ‘uno spiacevole episodio’ dall’ad Moretti in Senato». Nonostante la delicatezza del momento, il consulente-ferroviere Riccardo Antonini non arretra. Ricorrerà  al giudice del lavoro, contro un licenziamento che il gruppo Fs ritiene essere «per giusta causa, perché si è definitivamente compromesso il rapporto fiduciario». Un rapporto incrinato, secondo Fs, «dalle gravi ingiurie rivolte all’amministratore delegato Mauro Moretti, nel corso di un dibattito pubblico organizzato dal Pd e tenuto a Genova il 9 settembre scorso».
La mossa non ha sorpreso Antonini, che negli ultimi mesi aveva già  ricevuto una lettera di richiamo e un provvedimento di sospensione da Rete ferroviaria italiana. Non per presunti insulti, ma a causa della sua attività  di consulenza per conto della Filt-Cgil sul disastro ferroviario del 29 giugno 2009. La mossa sorprende invece l’istituzione più vicina ai cittadini di Viareggio. Il Comune, amministrato dal centrodestra, il cui sindaco Luca Lunardini offre subito ad Antonini la solidarietà  dell’intera città . Per poi ammettere: «Sono stupito per quanto accaduto».
Il primo effetto collaterale del licenziamento di Antonini è infatti una corale presa di posizione a suo sostegno. Solo per restare in Toscana, si va dalla Filt Cgil alla Provincia di Lucca fino alla Regione: «Un atto grave – osserva Enrico Rossi – con tempi sbagliati». Daniela Rombi dell’associazione dei familiari delle vittime «Il mondo che vorrei», mamma di Emanuela Menichetti che quella notte perse la vita con altri 31 fra uomini, donne e bambini, lo dice chiaro e forte: «Riccardo non sarà  solo. Al nostro fianco abbiamo bisogno di uomini veri che ci affianchino nella ricerca di verità  e giustizia, e non di periti pagati da Fs».
Periti pagati dalle Ferrovie: la sorpresa di venerdì scorso, ultima giornata dell’incidente probatorio sulle concause della strage. Quando il perito Riccardo Licciardello – dopo molti mesi di lavoro in teoria «super partes» per conto del tribunale di Lucca – ha risposto così alle domande dei pm Salvatore Giannino e Giuseppe Amodeo: «Ho un contratto con il ministero dei trasporti, dove mi occupo di sicurezza sul lavoro in ambito ferroviario. Un contratto con la direzione del trasporto ferroviario, che non fa parte di Fs. Ma ho ricevuto dei pagamenti da parte di Rete ferroviaria italiana nell’ambito di questo contratto. Con cui è stata pagata la prestazione professionale nei confronti del ministero». Un contratto da 21 mila euro, che per la storica rivista «Ancora in marcia» dei macchinisti Fs risulta stipulato nel maggio scorso.
Le risposte di Licciardello avevano convinto i due pubblici ministeri a chiedere al gip Simone Silvestri la ricusazione dei periti. Sia per l’incompatibilità  di Licciardello che per la negligenza con cui sarebbe stata redatta la perizia, documento che scagionerebbe i vertici Fs dalla accuse della procura di corresponsabilità  nella strage. Anche sul fronte della perizia infatti le risposte di Licciardello e del suo collega Dario Vangi alle domande dei consulenti tecnici dell’accusa e delle parti civili – riportate sul sito www.legalius.it – avrebbero certificato secondo i pm l’insufficienza del documento. «Come possiamo accettare una perizia così lacunosa?», ha chiesto retoricamente Amodeo. Ma il giudice delle indagini preliminari è stato di parere opposto: «Quanto l’ingegner Licciardello vanta nei confronti di Rfi non sottostà  a un rapporto diretto con la società , ma a un decreto del ministero dei trasporti. Tale quadro non implica una situazione di sudditanza psicologica». Una sudditanza che invece ha subìto, suo malgrado, un altro ferroviere come Filippo Cufari, rappresentante alla sicurezza per Trenitalia, che a causa della diffida ricevuta dall’azienda non è potuto intervenire all’incidente probatorio. «Moretti conferma di essere spietato – tira le somme il presidente provinciale lucchese Stefano Baccelli – non ha mai messo in discussione né se stesso, né la parte che rappresenta. Ha messo in atto una strategia di attacco irrispettosa del dolore dei parenti delle vittime. Questo ultimo atto verso Antonini appartiene alla stessa logica aggressiva».


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