L’EUROPA A UNA SVOLTA

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Mario Draghi potrebbe annunciare che la Banca centrale europea acquisterà  senza limiti i titoli pubblici dell’area euro messi sul mercato. Lunedì – immediatamente – finirebbe l’anno e mezzo di speculazione finanziaria contro l’Europa, i tassi d’interesse per i paesi in difficoltà  – dalla Grecia alla Francia – crollerebbero ai livelli tedeschi, le banche europee tirerebbero il fiato, le Borse e l’euro balzerebbero in alto. L’Italia tornerebbe (più o meno) a funzionare, la spesa pubblica non dovrebbe finire soprattutto a pagare gli interessi sul debito alla speculazione, si riaprirebbe uno spazio per la politica.
È improbabile che questa notizia arrivi. Nella proposta di Angela Merkel potrebbe esserci soltanto il controllo europeo sulle politiche di bilancio, ancora lacrime per i “colpevoli” debitori europei. Mario Draghi e la Bce potrebbero lasciar salire i tassi d’interesse sul debito di mezza Europa a livelli da usura. I risultati sarebbero un’esplosione degli spread, la caduta delle Borse e dell’euro, le agenzie di rating declasserebbero il debito di altri paesi, Francia compresa, si precipiterebbe nella recessione. Saremmo all’implosione dell’euro, alla disintegrazione dell’Europa.
La decisione su quanto accadrà  verrà  da Berlino. È stata espropriata ai cittadini europei: non sarà  la democrazia a decidere il futuro del nostro continente. È stata espropriata dal potere illimitato lasciato alla finanza, da un’imposizione delle politiche liberiste tanto ossessiva da lasciare increduli economisti e giornali americani e inglesi. È stata espropriata dal potere della Germania e dalla cecità  di un’élite tedesca che rischia di avviare l’autodistruzione dell’Europa. Sarebbe la terza volta in un secolo; a ricordarci che «il pangermanesimo è qualcosa che deve essere superato» fu nel 1984 il ministro degli esteri Giulio Andreotti. Sta qui la svolta per l’Europa di oggi.


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L’hanno fraintesa, dirà  poi. «Distorta». Perché non intendeva quello. O forse sì, ma non così… Catherine Ashton, impalpabile capo europeo d’una diplomazia invisibile, pensava d’andare liscia mettendoli tutt’insieme, i piccoli morti: gli ammazzati a Tolosa con gli uccisi a Gaza, i massacrati in Norvegia coi martiri della Siria.

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