Lo stop della Camusso sull’Ici “Al suo posto la patrimoniale”

by Sergio Segio | 21 Novembre 2011 7:47

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ROMA – La patrimoniale sì, l’Ici e le pensioni no. Susanna Camusso sintetizza così le posizioni della Cgil rispetto alle manovre che sta preparando Mario Monti. Il segretario generale dice infatti al governo che «l’Ici non può essere il punto di partenza. Si può fare un riordino della tassazione sulla casa, solo in conseguenza dell’aver cambiato la distribuzione della tassazione, quindi partendo da un’imposta sulle grandi ricchezze». Un messaggio a Mario Monti e il suo governo che oggi si riunirà  per la prima volta a Palazzo Chigi. All’ordine del giorno il provvedimento per Roma capitale e sicuramente un primo giro di opinioni sulle prossime mosse dell’esecutivo.
A partire dalle parole della leader della Cgil, convinta che serve una manovra che non tassi solo il mattone, «perché ci sono tante ricchezze patrimoniali e finanziarie che hanno la precedenza». E per «individuare le grandi ricchezze bisogna comprendere tutti i cespiti». Posizione che condivide Nichi Vendola. «Se c’è il “no” alla patrimoniale, non c’è nemmeno il cambiamento», dice il leader di Sel – «abbiamo bisogno di iniziare la musica di questo governo nuovo dallo spartito della patrimoniale».
Ragionamenti che sembrano una risposta a Silvio Berlusconi. Il Cavaliere, infatti, in un’intervista al Corriere della sera – dopo avere aperto alla permanenza di Monti a Palazzo Chigi fino al 2013 – ha ribadito il suo no alla patrimoniale e l’apertura al ritorno di qualcosa di simile all’Ici nell’ambito del federalismo fiscale. Un progetto che non piace a Francesco Storace e all’ex ministro Renato Brunetta.
Nel centrosinistra una replica alla Camusso arriva da Walter Veltroni, intervistato da Lucia Annunziata. L’ex segretario del Pd dice «che la Cgil non è mai stata un gruppo di estremisti. Camusso – ricorda – fa parte della tradizione dei Lama, Trentin, Cofferati ed Epifani». Gente che ha saputo assumere scelte difficili in contesti difficili, ricorda Veltroni. Quello che serve adesso, conclude l’ex segretario democratico, soprattutto per i giovani precari, «è creare le condizioni per un patto sociale e la Cgil non si sottrarrà ».
Ma il Pd non ha una linea omogenea sulle misure da prendere e le differenze potrebbero venire a galla tutte nelle prossime riunioni degli organismi dirigenti. Così da un lato c’è Stefano Fassina, responsabile economico che dice: «Quella che indica la Camusso è una rotta che abbiamo già  tracciato noi ad agosto. Bisogna partire con la patrimoniale, perché c’è un buco da 20 miliardi da coprire, altrimenti scattano le detrazioni (previste dalla delega fiscale) che colpiscono i redditi medio bassi».
Dall’altro lato c’è Pietro Ichino. Il senatore democratico replica alla Camusso che «il concetto di patrimoniale è ampio e’imposta sugli immobili vi rientra. Si tratta di modularla in modo che gravi sui patrimoni più grandi e quindi si tratta di vedere quali altre misure adottare. L’Ici è tre quarti del discorso sulla patrimoniale». Contro il ritorno dell’Ici sic e simpliciter si schiera anche l’Idv. Prima di parlarne, dice il capogruppo al Senato Felice Belisario bisogna fare due cose: una patrimoniale esentando i redditi medio basi e imporre un contributo di solidarietà  ai capitali scudati»,.

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