Novembre “nero” sul fronte scioperi

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ROMA – Benzinai, avvocati, docenti, studenti, treni. Novembre, mese di passione sul fronte degli scioperi e delle manifestazioni di protesta. Se ne preannunciano a valanga, già  a partire dalla prossima settimana. E a questi potrebbe presto aggiungersi anche lo sciopero generale (la data non è stata ancora fissata) che ricompatterà  Cgil, Cisl e Uil contro i licenziamenti “facili”, inseriti dal governo nella lettera di intenti al Consiglio europeo. Il segretario della Uil ne ha ieri confermato l’intenzione: «Siamo pronti a reagire fino allo sciopero generale, se il governo vuole procedere su questa strada evitando il confronto con le parti sociali», ha ribadito Luigi Angeletti. «Dire: le aziende licenzino e lo Stato sovvenzionerà  i disoccupati, non va bene».
Si comincia, dunque, dai benzinai. Quattro giorni di stop, dall’8 all’11 novembre. I primi di un pacchetto di 15 giorni, annunciati da Fegica (Cisl) e Faib Confesercenti, contro «la più assoluta inerzia del governo» nei confronti della «mancata liberalizzazione del settore» che mette «a rischio di fallimento circa 25.000 piccole imprese e 140.000 posti di lavoro», impedendo loro di «competere sul libero mercato». Pompe chiuse, allora, dalle 19.30 di martedì 8 novembre alle 7 dell’11. In autostrada si fermeranno invece dalle 22 dell’8 alle 6 dell’11. Le Federazioni di gestori e benzinai contestano anche «la decisione di azzerare l’abbattimento forfettario» (le deduzioni al reddito d’impresa), un vantaggio fiscale fin qui usato «per riconoscere alla categoria il ruolo essenziale di sostituto d’imposta ricoperto a favore dello Stato», ovvero i circa 35 miliardi di accise che i gestori «incassano, custodiscono e riversano all’erario, sotto la loro assoluta responsabilità  e a rischio della propria incolumità ».
L’ondata di scioperi prosegue poi con gli avvocati penalisti. Si fermano il 14 novembre e fino al 18 (astensione dalle udienze) per «reagire ai molteplici attacchi condotti dalla magistratura verso la figura del difensore e ai ritardi della politica nel dare concreta attuazione normativa al diritto di difesa». Con loro anche i dipendenti del ministero della Giustizia aderenti all’Unione camere penali italiane. Previste due manifestazioni nazionali e assemblee a livello locale.
Martedì 15 è il turno dei professori associati del Cipur (Coordinamento intersedi professori universitari di ruolo): lezioni sospese. Si continua giovedì 17 quando si ferma la scuola: docenti e Ata (Ausiliari tecnici amministrativi) a tempo determinato e indeterminato che aderiscono alla Sisa (Sindacato indipendente scuola e ambiente). Sempre giovedì 17, Cobas e Cub (Confederazione unitaria di base) hanno proclamato per l’intera giornata lo sciopero generale e manifesteranno in varie città  con gli studenti «in lotta». In tutta Italia, ci saranno cortei di giovani “indignati” di scuole e università  nella giornata internazionale del Diritto allo Studio. «Un mondo di diritti – Diritti al futuro», lo slogan del “Primo Maggio degli studenti”.
Per finire, sabato 26 novembre incroceranno le braccia i dipendenti del Gruppo Fs e Trenord (trasporto pubblico ferroviario della Lombardia) aderenti al sindacato Orsa. Disagi dunque per chi si muove in treno dalle 21 di sabato fino alle 21 di domenica 27.


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Occuparsi di rappresentanza sociale specie in tempi di tagli e sacrifici è un lavoro che merita rispetto. E quindi è più che legittimo che Cgil-Cisl-Uil si battano per modificare il decreto Monti e che a questo fine abbiano convocato uno sciopero generale. Del resto le società  totalmente disintermediate esistono solo in alcuni (desueti) manuali delle business school e quindi è utile/fisiologico che le amministrazioni si confrontino con le parti sociali nelle modalità  che via via i tempi e le materie suggeriscono.

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