Obama a Monti: fiducia nel governo

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ROMA — «Mario grazie per avermi risposto, per aver preso la telefonata…». La prime parole di Obama con Monti definiscono il tono e la cordialità  della conversazione. Il presidente degli Stati Uniti rompe il ghiaccio in questo modo, con un filo di ironia.
Atteso da alcuni giorni, durato una decina di minuti, il primo contatto con il presidente americano è un caloroso attestato di stima e fiducia nei confronti del presidente del Consiglio.
Obama usa più volte la parola «confidence» per il ruolo che Monti riveste da alcuni giorni, per il lavoro che attende il nuovo premier in Italia, per il contributo che «la riconosciuta esperienza in ambito europeo e internazionale» potrà  fornire, anche alla soluzione della crisi dell’euro.
A Washington, negli uffici del portavoce del presidente americano, affermano che Obama ha sottolineato «la forza e la vitalità  dell’Italia», mentre nella nota di Palazzo Chigi si rimarca proprio la fiducia che il capo della Casa Bianca ha voluto esprimere, insieme alle felicitazioni per l’ampio appoggio del Parlamento al nuovo governo.
Obama, si legge nella nota del governo italiano, ha «ringraziato ed espresso apprezzamento per la sua disponibilità  ad assumere una così grande responsabilità  in momenti di complessa congiuntura economica e finanziaria, italiana ed internazionale», sottolineato che «l’elevata competenza dei membri del nuovo esecutivo» è «ulteriore garanzia di un’efficace azione di governo».
Una rassegna degli «sforzi comuni» ai due Paesi in Libia, Afghanistan, Libano e Kosovo, ha preceduto il saluto, la promessa di organizzare presto (ma sarà  difficile prima del nuovo anno) un incontro e la comune volontà  di tenersi in contatto su tutti i temi di attualità  e in particolare, come sottolineava ieri sera la nota italiana, «sugli sviluppi della situazione finanziaria nell’eurozona».
Quella di ieri con Obama è la conclusione di una serie di contatti che il premier ha avuto in questi giorni e che ieri hanno avuto una coda, oltre che con Obama, anche con il presidente del parlamento europeo, Jerzy Buzek, con il premier lussemburghese, Jean Claude Juncker, che è anche presidente dell’Eurogruppo, e con Wilfred Martens, presidente del Ppe.
Ieri Monti ha presieduto il suo secondo consiglio dei ministri, il primo veramente operativo. Ai suoi ministri ha chiesto di preparare una serie di provvedimenti, di cui tornare a discutere forse già  venerdì prossimo, in una nuova riunione del governo. Ha fatto una ricognizione del lavoro svolto in questi giorni (ieri ha visto anche il governatore di Bankitalia, Ignazio Visco). E’ tornato ad esprimere la fiducia nel lavoro che attende il Parlamento, «luogo decisivo per un rafforzato impegno nazionale in grado di dare risposte certe all’attuale emergenza».
Ai ministri Monti ha anche illustrato il metodo che intende seguire per le prime misure economiche che «in tempi rapidi», forse già  ai primi di dicembre, verranno prese. Ha chiesto la massima collegialità , oltre che «una efficace funzionalità  tra i singoli dicasteri, in costante collegamento fra gli stessi e la presidenza» del Consiglio. Infine ha esposto i maggiori temi che si prepara ad affrontare nel suo tour europeo: oggi a Bruxelles, con Barroso e Van Rompuy, dopodomani a Strasburgo con la Merkel e Sarkozy, incontro in cui si parlerà  di governance economica e delle proposte elaborate dalla Commissione europea sull’emissione di titoli europei, i cosidetti «stability bond», sui quali Berlino continua ad essere fermamente contraria e che invece proprio il nostro presidente del Consiglio potrebbe caldeggiare.


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