“Subito misure aggiuntive” Ecco la lettera Ue all’Italia

by Sergio Segio | 9 Novembre 2011 7:59

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ROMA – Nel giorno in cui gli “ispettori” della Ue arrivano a Roma per vigilare sull’operato del governo Berlusconi, è una lettera del commissario europeo agli Affari economici, Olli Rehn, a rendere chiaro di cosa stiamo parlando. La missiva spedita lo scorso 4 novembre al ministro dell’Economia, Giulio Tremonti, contiene una notizia e fa capire cosa significhi il commissariamento al quale è stato posto Berlusconi, riducendo di fatto la sovranità  del Paese. Primo: per la Ue le quattro manovre varate quest’anno – compresa quella da 50 miliardi di agosto – non bastano più. «Servono misure aggiuntive». Secondo, la lettera è accompagnata da un questionario di cinque pagine, 39 punti con svariate domande per ognuno di essi. Si chiede, nel dettaglio, come e quando Roma manterrà  le promesse fatte da Berlusconi nella famosa lettera di intenti alla Ue di fine ottobre, con quali strumenti legislativi e quali tempi parlamentari. Questo significa essere commissariati, un privilegio toccato nella storia dell’Unione solo a Silvio Berlusconi e che l’Italia si trascinerà  chiunque dopo di lui approderà  a Palazzo Chigi. E spiega l’ansia con la quale l’Europa segue la crisi politica italiana.
La lettera – anticipata ieri su Repubblica.it – ingiunge al governo di rispondere entro l’11 novembre. Dopodomani. Una fretta che dimostra il deficit di credibilità  del premier: nessun governo – nemmeno quello greco che beneficia di aiuti finanziari Ue-Fmi – è mai stato messo così alle strette. «Vogliamo i dettagli delle misure promesse (dal Cavaliere al summit Ue del 26 ottobre, ndr), compreso un piano d’azione concreto per la loro stesura, adozione e implementazione». D’altra parte l’inerzia del Cavaliere ha messo a repentaglio la tenuta della zona euro e con essa i risparmi di centinaia di milioni di cittadini europei.
Segue un questionario di cinque pagine, dettagliatissime, in cui si chiedono chiarimenti su ogni singolo aspetto della nostra politica economica. Insomma, una ufficializzazione per iscritto degli interrogatori ai quali Berlusconi è stato sottoposto negli ultimi due vertici europei e al G20 di Cannes da parte di Nicolas Sarkozy, Angela Merkel, dei responsabili delle istituzioni europee (Barroso e Van Rompuy) e del Fondo monetario (Lagarde).
Il primo punto del questionario è una bomba: «Non riteniamo che il contesto economico assicuri il raggiungimento del pareggio di bilancio entro il 2013, servono pertanto misure addizionali per raggiungere gli obiettivi sui conti pubblici nel 2012 e 2013. Sono già  state pianificate nuove misure e se sì, quali?». Dopo la pubblicazione di ieri della missiva sul sito Repubblica, il portavoce di Rehn ha cercato di smentire la richiesta di una nuova manovra parlando di documento non ufficiale. Peccato che la lettera di accompagnamento sia firmata dallo stesso Rehn e che lui stesso abbia annunciato il questionario lunedì sera.
Le domande toccano tutte le politiche promesse dal governo sotto dettatura dell’Europa (era la fine di ottobre e da allora nulla è stato attuato). Ricalcano le misure che da circa 10 anni Bruxelles indica per far tenere all’Italia il passo dell’Europa e che non essendo state realizzate dal Cavaliere, da semplici raccomandazioni ora diventano diktat. Si parte dall’aggiustamento dei conti, invocato dalla nascita dell’euro e sempre dribblato dalla coppia Berlusconi-Tremonti con le giustificazioni più disparate (dal mito del risparmio dei privati che avrebbe coperto il debito pubblico, alle schermaglie sulla validità  delle previsioni economiche che da anni per l’Italia indicavano un disastro annunciato). E via – solo per citarne alcune – con le domande sulle dismissioni, su come tagliare il debito di una quarantina di miliardi entro il 2013, sulla riforma delle pensioni, sulla riforma fiscale (volete rimettere l’Ici sulla prima casa?), su come verranno spesi i fondi Ue e sul piano Eurosud di Tremonti, su come rimettere in piedi scuola e università , sul mercato del lavoro, disoccupazione, liberalizzazioni, innovazione e giustizia. Tutti punti sui quali Ue e Bce e vigileranno (il primo responso all’Eurogruppo del prossimo mese) in parallelo all’Fmi, che redigerà  un rapporto ogni tre mesi.

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