Sanzioni alla Siria La Lega araba punisce Assad

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Ora la «nazione araba» gli si rivolta contro. Dopo la sospensione di Damasco votata l’altra settimana e una serie di avvertimenti rimasti inascoltati, ieri i ministri degli Esteri della Lega Araba riuniti al Cairo hanno adottato l’annunciato pacchetto di sanzioni contro la Siria. La prima «punizione» nei confronti di un Paese «fratello» è stata votata con 19 sì, il solo no del Libano (dove resta forte l’influenza siriana) e l’astensione dell’Iraq (suo maggior partner commerciale dopo l’Europa).
La nuova tappa delle pressioni esercitate dall’organismo panarabo su Damasco nel tentativo di porre fine agli oltre otto mesi di brutali violenze contro la popolazione arriva dopo che la Siria ha fatto scadere, venerdì, l’ultimatum sulla firma del protocollo per la missione degli osservatori che avrebbero dovuto monitorare la risposta del regime di Assad alla crisi. Le sanzioni economiche saranno operative «da subito», ha precisato ieri il premier e ministro degli Esteri del Qatar, lo sceicco Hamad ben Jassem al-Thani. Tra i provvedimenti adottati, il congelamento dei conti bancari del governo, il divieto di visto di ingresso agli esponenti del regime, la sospensione dei voli commerciali tra le capitali arabe e Damasco, lo stop delle relazioni con la Banca centrale siriana, delle transazioni commerciali e degli investimenti nel Paese. Non saranno bloccate le rimesse dei siriani all’estero, per non penalizzare troppo la popolazione.
Le misure stringono la morsa a un’economia già  provata dalle sanzioni americane ed europee. E accrescono l’isolamento politico di Damasco, già  abbandonata da un altro ex vicino amico, la Turchia.
La Siria, uno dei sei paesi fondatori della Lega Araba, ha parlato di «tradimento della solidarietà  araba». Il ministro degli Esteri Walid al-Moallem ha accusato il gruppo di voler «internazionalizzare» il conflitto chiedendo sostegno all’Onu.
«Tutti i passi che stiamo portando avanti — ha detto lo sceicco qatariota Al Thani — servono a scongiurare un intervento straniero in Siria. Ci riusciremo? Non lo so. Speriamo di farcela». Il segretario generale della Lega, Nabil Elaraby, ha ricordato che il blocco riconsidererà  le sanzioni, se la Siria applicherà  il piano di pace che prevede l’ingresso nel Paese di osservatori e il ritiro dei mezzi armati dalle strade.
Intanto la repressione continua: ieri almeno 28 civili sono stati uccisi dalle forze di sicurezza, ha calcolato l’Osservatorio siriano dei diritti umani.


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