Sottosegretari, i paletti del professore “Decido io, non saranno più di 35”

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ROMA – I paletti adesso li mette il Professore. Sarà  che la guerra scatenata dagli uomini di Berlusconi e di Bersani su giustizia e telecomunicazioni già  non gli piace per nulla. Sarà  pure che dopo il diktat sul no ai politici nel governo la partita su chi dovrà  farne parte per affiancare i ministri, a questo punto la gestisce per intero lui. E allora «non più di cinquanta uomini nel governo, tra ministri, vice e sottosegretari» si è impuntato il premier Mario Monti nel mandato conferito al braccio destro Antonio Catricalà .

Non più di 24-25 sottosegretari e otto, al massimo dieci vice, nella squadra che comprende già  i 16 ministri insediati. La «cura dimagrante» da somministrare al Paese comincerà  dalla tolda di comando. Le segreterie di Pd, Pdl e Terzo polo si sono già  adeguate e una spartizione l’hanno più o meno concordata: 40, 40 e 20 per cento.

Tutti «tecnici», nessuna preclusione per gli ex parlamentari. E il bilancino assegna 13-15 in quota berlusconiana, 13-15 democrats, 7 agli uomini di Fini, Casini e Rutelli.A sua volta, il Terzo poloi suoi 7 li avrebbe così distribuiti: 3 Udc, 2 Fli, 1 Api, 1 Mpa. Monti si riserva alcune nomine di sua fiducia, ovvio. Da domani i colloqui dell’«ambasciatore» Catricalà  con Alfano, Bocchino, Cesa e un uomo di Bersani. Forse con lo stesso segretario, ora che Enrico Letta si è tirato fuori dalla partita dopo lo scivolone del bigliettino in aula. Maurizio Gasparri intima ancora «solo tecnici e non politici travestiti da tecnici»? Il presidente del Consiglio ha fatto sapere che dai partiti, al più, accetterà  rose di nomi. Dopo di che sarà  lui, in raccordo coi ministri,a valutare le pedine più appropriate per ciascuna casella. Il Consiglio dei ministri per definire le nomine potrebbe essere quello di venerdì, fanno sapere da Palazzo Chigi, ma potrebbe anche slittare a lunedì 28. L’ex commissario Ue ha tutta l’aria di voler dettare tempi e regole. Non per tergiversare. Il primo week end da premier lo ha trascorso tra Palazzo Chigi e il ministero dell’Economia, dove si è trattenuto fino a sera sulle misure economiche da illustrare da martedì in Europa. Il messaggio che filtra è che «per ora ci sono cose più urgenti da affrontare», altro che poltrone da spartire.

Fuori dal fortino di via XX Settembre invece è già  guerra su tlc e giustizia. Silvio Berlusconi si è ritirato in Sardegna, ma ai suoi ha intimato di non mollare la presa sulla designazione di Roberto Viola quale sottosegretario (se non vice) con delega al sistema tv, nel dicastero dello Sviluppo di Passera. Segretario generale dell’Agcom, è un tecnico, certo, ma di area. E il Cavaliere non vuole correre rischi alla vigilia della gara che assegnerà  sei frequenze sul digitale alle tv nazionali. Il Pd si è già  messo di traverso e sponsorizza per quella poltrona Nicola D’Angelo, attuale commissario Agcom e magistrato amministrativista, l’Udc invece Luigi Magri.

Più o meno quel che sta accadendo sulla Giustizia. Alfano si sta muovendo perché in via Arenula, ad affiancare il Guardasigilli Paola Severino – avvocato, non vicina ma considerata non ostile – sia il consigliere Csm in quota Pdl Michele Saponara. Se sarà  così, allora il Pd pretende che approdi anche l’ex senatore Massimo Brutti. La battaglia navale si gioca sui due snodi di tv e giustizia, ma non si chiude lì. La giostra dei nomi inizia a girare veloce per i viceministri. Così Paolo Peluffo, consigliere della Corte dei Conti e ex portavoce di Carlo Azeglio Ciampi, che ha lavorato in stretto raccordo con il Quirinale per le celebrazioni del 150°, si ritrova in pole per l’Istruzioneo la Cultura. Come alla Funzione pubblica Luisa Torchia, docente di Diritto amministrativo, alunna di Cassese e vicinaa Bassaninie Amato. Si parla di vice alle Infrastrutture per il presidente Enac Vito Riggio, ex dc trasversale come pochi: venerdì, in occasione della fiducia, non si è mosso un attimo dal Transatlantico. Potrebbe essere uno dei vice anche il ministro mancato Carlo Dell’Arringa, con Elsa Fornero al Welfare. La girandola dei sottosegretari, quindi. All’Economia in mano a Monti (o allo Sviluppo) potrebbe arrivare Paolo De Ioanna, capo di gabinetto di Ciampi e consigliere di Stato, in calo le quotazioni di Grilli. Il Pd sta sponsorizzando più di altri l’ex eurodeputato Luigi Cocilovo (Welfare) e Giampaolo D’Andrea ai Rapporti col Parlamento (già  con Prodi). Il Pdl, invece, l’ex Fieg Carlo Malinconico per l’Editoria.

L’Udc continua a spendersi per Francesco D’Onofrio, Rutelli per Cristina De Luca, i finiani per Italo Cucci, Umberto Croppi e il giuslavorista Marco Marazza.


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