Via i resti di Franco l’ultima battaglia che divide la Spagna

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Riuscirà  la Spagna democratica a cancellare l’ultimo e più imbarazzante monumento al “Generalissimo” vincitore della Guerra Civile e “Caudillo” di una dittatura che durò trentasei anni, fino al giorno della sua morte? La Commissione di esperti nominata dal governo uscente – i socialisti di Zapatero – ha stabilito ieri che l’unica soluzione per trasformare il “Valle de los Caidos” in un luogo bipartisan, simbolo della riconciliazione, sarebbe quello di esumare e riconsegnare alla famiglia le spoglie del dittatore affinché lo sotterrino da un’altra parte. La Commissione considera “non vincolante” il desiderio della famiglia di Francisco Franco che, attraverso la figlia Carmen, ha già  manifestato tutta la sua contrarietà  a un trasferimento della salma, ma prende atto che l’attuale mausoleo fa parte di un luogo di culto e conclude che l’ultima parola spetterà  comunque alla Chiesa spagnola.
Tutta la vicenda prese il via dalla legge del governo Zapatero sulla “memoria storica”, approvata dal Parlamento nel 2007, grazie alla quale si decise di rimuovere in tutto il paese qualsiasi simbolo ancora presente legato alla dittatura: dalle statue di Franco, agli stemmi, ai nomi delle strade; riconoscere e risarcire le vittime della Guerra Civile e della dittatura; avviare la ricerca delle fosse comuni dove vennero sotterrati senza identificazione i miliziani che combatterono contro l’esercito golpista per difendere la Repubblica spagnola. Riguardo al mausoleo del “Valle de los caidos”, che oltre a conservare il sepolcro del dittatore, è anche il luogo simbolico scelto da Franco per rendere indimenticabile alle generazioni venture la sua vittoria nella Guerra Civile (1936-39), la legge stabilisce che debba diventare la sede dove onorare e ristabilire la memoria di tutte le vittime.
Ora la soluzione scelta dalla Commissione sarebbe per senso comune la migliore anche perché quel mausoleo è la più grande “fossa comune del franchismo” e conserva i resti di migliaia di repubblicani, secondo le stime almeno 30mila, “desaparecidos” che vennero sepolti insieme ai loro carnefici. Riesumare e identificare i corpi delle vittime è considerata missione impossibile, dunque meglio trasferire il carnefice e liberare il monumento del suo artefice. Il progetto che propone la Commissione prevede un memoriale con tutte le vittime della Guerra Civile e la fondazione di un centro d’accoglienza dove spiegare ai visitanti ciò che furono guerra e dittatura e come e perché venne costruito il mausoleo.
Ci riusciranno? Chi ha voluto la legge ha perso le elezioni il 20 novembre scorso. Al governo entro poche settimane tornerà  il centro destra e molti temono che il nuovo premier, Mariano Rajoy, preferirà  abbandonare in un cassetto i documenti preparati dalla Commissione di esperti sul mausoleo del “Valle de los Caidos”. È possibile. Anche se vale la pena considerare anche un altro aspetto. Procedere nel senso della legge sulla “Memoria storica” potrebbe essere anche una prova. Testimonierebbe a favore di un definitivo “strappo” della destra spagnola dai legami storici con la dittatura franchista. In caso contrario l’opposizione avrà  buon gioco a ricordarglielo.


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