Appello dalla Cgil a Cisl e Uil “Facciamo una protesta comune”

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ROMA – La reazione è quasi corale. Divisi su molte questioni in questi ultimi mesi, Cgil, Cisl e Uil ritrovano una sostanziale unità  nel giudizio negativo sui provvedimenti del governo. Susanna Camusso convoca una conferenza stampa nel primo pomeriggio per dire che la manovra «è insopportabile» e «fa cassa sui poveri». La Cgil propone a Cisl e Uil «di riunire le segreterie per concordare una iniziativa comune» contro i sacrifici imposti dal governo. Anche per Raffaele Bonanni «le modifiche al sistema previdenziale e all’adeguamento delle pensioni all’inflazione, non sono reggibili. Il governo non ha valutato l’impatto sociale i questa manovra». Per il leader della Uil, Luigi Angeletti, il giudizio è più sfumato ma comunque negativo: «La manovra raggiunge solo in parte gli obiettivi che si era prefissa e comunque non è equa».
Toni duri dunque. In conferenza stampa Camusso arriva ad affermare che «rischia di esserci continuità  di comportamenti con il precedente governo». Paragonare Monti a Berlusconi, sia pure solo nell’ambito della politica economica, non è esattamente un complimento. Ma la leader della Cgil mostra prudenza sulla risposta da dare. Propone a Cisl e Uil «una iniziativa comune» per contrastare i provvedimenti di palazzo Chigi senza mai parlare di sciopero. In questa fase la Cgil non può certo permettersi un nuovo sciopero generale separato, senza l’adesione degli altri sindacati. Anche perché nell’incontro del mattino tra Monti e le parti sociali, Bonanni insiste a lungo sull’importanza «della coesione nazionale». Certamente un avvertimento al premier perché non tiri troppo la corda sui lavoratori dipendenti con una manovra che alla fine, come diceva ieri pomeriggio un dirigente sindacale, «non fa piangere i ricchi». Ma anche un discorso rivolto ai colleghi delle altre organizzazioni perché evitino una deriva greca, un braccio di ferro a colpi di scioperi generali con il governo.
La prudenza di Bonanni non è la stessa dei metalmeccanici del suo sindacato che in serata, in contemporanea con la conferenza stampa di Monti a Palazzo Chigi, organizzano a tambur battente due ore di sciopero di tutti i metalmeccanici «entro mercoledì». La Fim definisce in un comunicato «vere e proprie ingiustizie» le misure del governo perché «gravano quasi esclusivamente su lavoratori dipendenti e pensionati». Pochi minuti dopo anche la Uilm annuncia due ore di astensione dal lavoro con le stesse modalità  perché «profondamente delusa da una manovra che colpisce duramente i lavoratori e i pensionati». La Fiom, che aveva già  proclamato 4 ore di sciopero dei metalmeccanici per il 16 dicembre contro gli accordi separati alla Fiat probabilmente raddoppierà  la durata di quello sciopero portandolo a 8 ore.
Alla forte contrarietà  dei sindacati fa da contraltare il giudizio di Confindustria: «La manovra è pesante ma indispensabile per salvare l’euro», dice Emma Marcegaglia. «Va approvata velocemente – aggiunge la leader di viale dell’Astronomia – anche se il paese non può reggere a lungo questo livello di pressione fiscale. Ci auguriamo che prossimamente seguano un taglio alla spesa vero e provvedimenti per la crescita».


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