Batman vola dal dissidente cieco ma la polizia cinese lo ferma

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Lì è stato fermato da vigilantes locali, ha ricevuto alcuni colpi ed è stato fatto allontanare. «Non posso visitare quell’uomo?», aveva chiesto con l’aiuto di un interprete. Dopo lo strattonamento, il pullmino della Cnn è stato seguito. Chen ha scontato con l’arresto e continua a pagare con l’isolamento le sue denunce contro gli aborti forzati perpetrati in ossequio alla legge del figlio unico. «Volevo stringergli la mano, è una fonte di ispirazione per me», ha raccontato Bale. 
La star di Batman e il dissidente. Episodio clamoroso perché ieri è uscito in Cina un film con Bale protagonista. I fiori della guerra, ambientato durante l’occupazione di Nanchino da parte dei giapponesi (1937), è girato da Zhang Yimou, regista acclamato. Il gesto di Bale crea un fuoriprogramma di complicata gestione per i produttori della pellicola più costosa nella storia della Repubblica Popolare, 94 milioni di dollari, in parte sborsati dalla Bank of China. E l’imbarazzo risulta ancora maggiore visto che I fiori della guerra è già  stato prescelto dalle autorità  per concorrere agli Oscar 2012. Il caso di Chen è uno dei pochi che ha una risonanza pur limitata in Cina. Ma non l’unico. Proprio ieri, poi, l’edizione inglese della Xinhua ha annunciato che un altro avvocato dissidente, Gao Zhisheng, di cui non si hanno notizie da oltre un anno è mezzo, ha perso il diritto alla condizionale e verrà  incarcerato per tre anni. Gao, la cui famiglia è fuggita negli Usa, aveva detto nel 2010, tra una sparizione e l’altra, di essere stato torturato. Bale ha spiegato di non sentirsi un eroe e, anzi, di ammirare la tenacia dei sostenitori di Chen, la cui sorte vorrebbe contribuire a far conoscere.
La sua incursione nello Shandong, con telecamere al seguito e video prontamente postato sul sito della Cnn, fa da contrappunto alla promozione di un film che si espone al rischio della retorica nazionalistica, elemento quasi onnipresente nella ricca filmografia cinese sull’invasione nipponica. Bale ha raccolto qualche apprezzamento su Internet, dove però le ricerche sul nome di Chen sono bloccate. E ha come compensato il clamore che a fine ottobre aveva suscitato tra le ong per i diritti umani una casa di produzione hollywoodiana. La Relativity, infatti, a Linyi (distretto sotto cui ricade Dongshigu) aveva realizzato scene di una commedia brillante finendo criticata per non essersi curata della presenza, nella stessa zona, di un famoso perseguitato politico. Bale ieri è ripartito, lasciando campo libero alla sua pellicola e a qualche interrogativo sul ruolo non proprio neutrale della Cnn. Adesso rimangono un film e, grazie a Bale, anche un film fuori dal film. Incerto il finale.


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