Bce, dimissioni con polemica: «Basta comprare titoli di Stato»

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«Non sono soddisfatto del modo in cui si è sviluppata l’unione monetaria», ha detto il membro tedesco del board della Banca centrale europea in un’intervista al settimanale economico Wirtschaftswoche, spiegando che è «un errore continuare con l’acquisto di titoli sovrani» da parte della Bce, e che è in pericolo l’indipendenza della Banca centrale stessa. Nel settembre scorso, il capo economista della Eurotower aveva annunciato a sorpresa le dimissioni a fine dicembre, motivando il gesto molto inusuale con «ragioni personali». E finora Stark aveva taciuto, anche se gli esperti da subito avevano sospettato che il vero motivo fosse una profonda divergenza fra le opinioni di Stark e quelle della maggioranza del consiglio dei governatori (composto di 23 membri) riguardo al programma straordinario di acquisto di titoli di Stato ripartito all’inizio di agosto. Ma il 63enne ha parlato soltanto ora, adducendo motivi analoghi a quelli delle dimissioni clamorose rassegnate in primavera dal capo della Bundesbank Axel Weber. E anche ieri Stark ha ribadito la necessità  di «non sovraccaricare la Bce», visto che il programma straordinario di acquisti di bond «ha un limite di volume e di tempo». Tuttavia, mentre da un lato il banchiere centrale tedesco ha confermato un segreto della Eurotower — il limite di volume, che secondo indiscrezioni sarebbe di 20 miliardi a settimana — dall’altro lato non ha nascosto che «il 90% degli esperti» difende questi provvedimenti temporanei. Pari finora a circa 200 miliardi, equivalenti al 2% del totale dei bond di eurolandia.
Secondo taluni, Stark e Weber, in pratica, hanno isolato la Germania, il maggiore azionista della Bce, con le loro posizioni da «falchi», opposte a quelle della maggioranza del consiglio. D’altra parte, Lorenzo Bini Smaghi, membro del board uscente a fine dicembre, ha appena difeso il programma di acquisto di bond, spiegando che il motivo sta nei «mercati disfunzionali» e nel poter raggiungere l’obiettivo primario della stabilità  dei prezzi. Mentre la decisione di proseguire queste misure «deve essere presa sulla base delle circostanze» nella crisi. Nel frattempo, il diplomatico Jens Weidmann ha sostituito Weber, mentre Stark sarà  sostituito dal pragmatico Jà¶rg Asmussen, sherpa al ministero delle Finanze. Recentemente mercati, esperti e governi hanno premuto sulla Bce affinché aumenti in modo massiccio gli acquisti di bond. Ma il finanziamento monetario è stato più volte rifiutato dal presidente della Bce Mario Draghi. Secondo il Washington Post, l’opinione pubblica tedesca lo rispetta, ma è ancora «scettica» su una personalità  proveniente da uno dei Paesi in crisi. Ma per il quotidiano Usa, Draghi «ha le caratteristiche che ne fanno la persona adatta per il compito che lo aspetta», ovvero «grande pragmatismo e flessibilità ».


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