Cameron l’euroscettico spacca Londra “È un eroe”. “No, così ci isoliamo”

Loading

LONDRA – Uscita dalla nuova Europa dei 26, la Gran Bretagna si ritrova non solo isolata, ma pure spaccata da un “tutti contro tutti” sul fronte domestico. Ci sono i conservatori che inneggiano al “no” di David Cameron all’accordo salva-euro, i conservatori che gli chiedono di fare di più e rinegoziare il rapporto con la Ue (magari per uscirne del tutto) e i conservatori che lo criticano per aver scelto di allontanarsi dal continente e «veleggiare verso l’Atlantico». Ci sono i liberal-democratici, partner dei Tories nella coalizione di governo, che dicono ai Tories euro-scettici di «darsi una calmata» e riconfermano la propria aspirazione europeista. Ci sono i laburisti che bollano la decisione del premier come «una tragica scelta» (Ed Miliband, leader del Labour). Ci sono i banchieri che inneggiano al premier per avere «protetto gli interessi della City» (Bob Diamond, presidente della Barclays) dalle minacce di sovranità  e regulation europea. Ma ci sono anche banchieri preoccupati dalle conseguenze. E mentre i tabloid eurofobi cantano vittoria, i due più importanti giornali finanziari d’Inghilterra (e d’Europa) commentano che Cameron «non ha ottenuto nulla in cambio del suo veto» (Financial Times) e che potrebbe «avere commesso un grave errore per gli interessi britannici a lungo termine» (Economist). La destra anti-europea lo accoglie come un eroe. «Prendilo in quel posto, Europa», titola in prima pagina il tabloid Sun. E il commento del più austero Times non è molto diverso: una vignetta mostra il premier britannico che fa pipì in testa a Sarkozy. «Cameron ha reso un servizio al paese», scrive il Telegraph. Il Daily Mail vede in lui «lo spirito del bulldog» churchilliano, l’Express lo paragona alla Thatcher. Ma il progressista Guardian boccia la sua scelta: «Ci siamo isolati in Europa, ora il nostro modello è la Svizzera». Il modello, ironizza l’Independent, è un altro: «Siamo come le isole Cayman (paradiso fiscale ai Caraibi, ndr.) ma con un clima assai peggiore». Ancora più significativo è che il Financial Times, il giornale più sensibile agli interessi della City (e della nazione), rimproveri a Cameron di avere «creato un’Europa a due velocità » e scelto di lasciare «una sedia vuota»: quando il resto della Ue prenderà  decisioni, il Regno Unito sarà  fuori dalla stanza. «L’Europa ci lascia in sala d’aspetto», precisa il liberaldemocratico Oakesott. Simon Hughes, vice-capo dei Lib-dem, tira le orecchie ai conservatori, «calmatevi e scordatevi di sognare l’uscita dalla Ue», ma prova a minimizzare: «Non cambia niente, la nostra coalizione è salda». L’europeismo è però una bandiera dei liberaldemocratici: molti lib-dem ritengono che in realtà  sia cambiato molto, anzi troppo, e che la coalizione non potrà  sopravvivere, ipotesi che porterebbe alle elezioni anticipate perché i Tories non hanno i numeri per governare da soli. Anche i conservatori però sono divisi. L’ala destra dei Tories preme per una spallata più forte: «Ci sono 26 paesi che vogliono creare uno stato chiamato Unione Europea e la Gran Bretagna che vuole solo un mercato comune, è ora di fare i conti con questa differenza», dice John Redwood, capofila di 45 deputati ribelli. Lord Heseltine, uno dei grandi vecchi del partito, ex-ministro e uno dei pochi eurofili della destra, invece ammonisce: «Non si proteggono gli interessi della Gran Bretagna staccandosi dall’Europa e lasciandosi portare dalla corrente verso l’Atlantico». Taglia corto il columnist di affari europei dell’Economist: «Dopo una lunga e tortuosa relazione, alle 5 del mattino di venerdì l’Europa e il Regno Unito hanno deciso il divorzio». Resta da stabilire a quale dei due ex-partner gioverà  di più.


Related Articles

Rojava. Bombe, saccheggi, rapimenti: tutti i crimini turchi in una banca dati

Loading

Una banca dati curda dimostra tutti gli abusi. Ieri raid su una scuola: uccisi otto bambini. A Idlib offensiva di al Qaeda contro le postazioni del governo siriano, Damasco bombarda due mercati: 10 morti

E le isole Shetland sognano la «controsecessione»

Loading

I residenti delle terre ricche di petrolio nelle Shetland chiedono di votare, Edimburgo dice no

Ecco la Babele d´Europa 23 lingue e mille problemi

Loading

Più paesi membri quindi più idiomi: una sfida continua per interpreti e traduttori (la Repubblica, VENERDÌ, 23 MARZO 2007, Pagina

No comments

Write a comment
No Comments Yet! You can be first to comment this post!

Write a Comment