Creato il super-virus killer gli Usa censurano la ricerca

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NEW YORK – In un laboratorio dell’Olanda si nasconde il virus artificiale che potrebbe causare la più grande pandemia della storia: un’ecatombe capace di fare milioni di morti con quell’influenza aviaria che negli ultimi 15 anni è diventata l’incubo globale. E il governo degli Stati Uniti per la prima volta impone agli scienziati di nascondere i particolari della scoperta: per il timore che possano finire in mano ai terroristi.
La decisione provoca un putiferio internazionale. Ma Science e Nature – i due giornali che stavano per pubblicare la ricerca – si sono già  piegati all’Istituto nazionale della Salute. «Non la chiamerei censura» dice al New York Times il direttore di Nature Bruce Alberts. «Così stiamo invece cercando di evitarla: è la comunità  scientifica che fa fronte alle sue responsabilità ». Ma è proprio la comunità  scientifica che si spacca.
La ricerca non è il parto di un Dottor Stranamore. L’aviaria, cioè l’influenza dei polli conosciuta con il nome di AH5N1, finora si è propagata solo da animale a uomo: attraverso per esempio il consumo di carne di pollo infetta. Per questo da quando è stata identificata (1977) ha provocato “appena” 600 morti. Gli esperimenti condotti in Olanda dall’Erasmus medical center di Rotterdam e negli Stati Uniti dall’Università  del Wisconsin-Madison hanno permesso ora di ottenere una variazione del ceppo che si trasmette invece per via aerea. Basta respirare il virus per uno starnuto o un colpo di tosse: e la nuova peste vola.
L’ironia della storia – se ironia si può rintracciare in questo scenario apocalittico – è che la ricerca è finanziata dallo stesso Istituto della Salute Usa che ora vuole censurarla: l’obiettivo era studiare appunto le variazioni genetiche del virus per arrivare a ottenere cure migliori. Michael Osterholm, lo scienziato dell’Istituto, non vede naturalmente nessuno scandalo: questo studio è fondamentale, dice alla Cnn, ma un modo di far circolare le informazioni nella comunità  scientifica senza informare l’universo mondo va trovato. Non sarebbe, spiega, poi neppure la prima volta: già  dagli anni ‘30 gli studi della fisica sull’energia atomica vennero tenuti segreti.
Il comitato per la biosicurezza dell’Istituto per la salute è stato formato proprio all’indomani dell’11 settembre: quando la paura di un attacco biochimico gelò il mondo. Ma William Schaffner, presidente della gloriosa Vanderbilt School of Medecine, dice alla tv Abc che di ben altro dovremmo preoccuparci che di fermare gli scienziati. «La minaccia di un bio-attacco è bassa perché il virus non può essere controllato una volta scatenato. Sarebbe invece molto più importante sapere che cosa si sta facendo per tenere quel virus al sicuro nel laboratorio: una fuga sì che sarebbe un rischio reale». Malgrado tutte le censure del mondo.


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