Duello Goldman-Morgan Stanley per Facebook

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NEW YORK – Facebook deve ancora sbarcare in Borsa ma il social network che raccoglie 800 milioni di amici ha già  messo l’un contro l’altro armati due nemici odiatissimi: Morgan Stanley e Goldman Sachs. Le due banche d’affari hanno cominciato a corteggiare Mark Zuckerberg per accaparrarsi il ruolo di testimone nelle nozze del sito con Wall Street. E in palio ci sono non solo centinaia di milioni di dollari di commissioni per la consulenza: ma anche il prestigio di gestire l’Ipo più attesa del decennio. 
La creatura di Zuckerberg potrebbe raccogliere nell’Ipo prevista per l’anno che sta arrivando 10 miliardi di dollari sul mercato: facendo volare la sua valutazione oltre i 100 miliardi. Un record per una società  di soli otto anni e 3mila dipendenti. Ma anche una manna di interessi. La percentuale assegnata in media alle banche per l’Ipo è del 2,2 per cento: l’istituto che accompagnerà  il 28enne Mark all’altare di Wall Street intascherà  dunque la cifra record di 220 milioni. Goldman Sachs è già  la numero uno nel mondo nella collocazione delle Ipo seguita proprio da Morgan Stanley e Deutsche Bank. Morgan Stanley è invece la numero uno nelle Ipo delle società  Internet, seguita da Goldman Sachs e Merrill Lynch Bank of America. La partita insomma è a due. Con Goldman Sachs che sarebbe in teoria in vantaggio. 
Proprio l’istituto di Lloyd Blankfein all’inizio di quest’anno ha guidato quella semi-collocazione sul cosiddetto mercato secondario che ha fruttato a Facebook la quotazione allora record di 50 milioni. Ma il mercato secondario – dove si scambiano le azioni delle compagnie non ancora pubbliche e in cui gli investitori non possono superare il numero di 500 – è una brutta bestia. La Sec ha acceso un faro sull’operazione, visto che i movimenti d’affari erano da mercato primario, e la banca è dovuta correre ai ripari riservando la collocazione a investitori non Usa per non incorrere in sanzioni. Insomma un giochetto un po’ così che non ha fatto buona pubblicità  a Zuckerberg che già  di suo ha resistito fino all’ultimo alle “distrazioni” della collocazione. Scrive il Wall Street Journal che è toccato allo stesso Blankfein andare a Canossa cercando di ammorbidire il board di Facebook. 
Ma anche Morgan Stanley è inciampata in un infortunio di immagine. Ha fatto flop con il debutto di Zynga, che ha viaggiato molto al di sotto della prevista collocazione a 10 dollari ad azione e ha dovuto dimezzare le aspettative di guadagno: accendendo fra l’altro una serie di dubbi sul techno-boom a Wall Street, dove da Groupon a Pandora altre belle speranze hanno fatto peggio del previsto. Comunque vada la sfida con Morgan Stanley, per Lloyd “la Piovra” però è già  un successo. Anche se non dovesse accompagnare Mark alle nozze di Wall Street, la valutazione da 100 miliardi porterà  altre centinaia di milioni nelle sue casse. Perché sul mercato secondario la banca possiede l’1% di Facebook al prezzo di 375 milioni: vista la supervalutazione che verrà , un prezzo davvero da amici.


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