Festa dell’indipendenza con il nipote di re Idriss

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Quando il colonnello Muammar Gheddafi prese il potere il primo settembre 1969 vietò il festeggiamento di quell’ anniversario che eccetto quello della «rivoluzione» del primo settembre. A Tripoli c’è stata una marcia dalla Piazza dei martiri come è stata ribattezzata la Piazza verde, all’ex palazzo reale, oggi sede del museo nazionale. Fra i presenti, che gridavano «mai più Gheddafi», anche il principe Idris bin Abdullah al-Senussi, nipote di re Idris, che sogna di tornare in Libia e cova qualche speranza di recuperare il trono del nonno. Era previsto anche un pranzo per migliaia di persone con una tavolata lunga fino a 2 km sul lungomare, ma è stata cancellata «per ragioni di sicurezza». Lo stesso giorno si è dimisso («per ragioni di salute») l’appena nominato ministro dell’economia, Tahar Charkass, vittima delle manifestazioni per reclamare l’esclusione dal governo dei voltagabbana del vecchio regime. Non solo: gli ex combattenti chierono che nella cinquantina di posti del Cnt, il 40% sia riservato a loro in quanto « simbolo della rivoluzione», come ha affermato Fraj el-Sueihli, un comandante di Misurata.


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