Finito il riformismo in tacchi a spillo, la «regina Asma» ormai è nuda
Asma la dolce, chic e moderna, caritatevole e riformista, che adora le scarpe décolleté di Louboutin e i tailleur di Chanel ma gira in incognito per i quartieri poveri e parla con la gente: la principessa Diana del Medio Oriente. O invece Asma l’ipocrita, avida di potere e denaro, complice del marito e come lui spietata. Lontana anni luce da Lady Di, piuttosto una Lady Macbeth. Tra i due volti della Prima signora di Damasco è difficile dire per certo quale sia veritiero. Asma Fawaz Al Akhras sposata Al Assad, 36 anni e tre figli, nata a Londra e doppia cittadinanza britannica e siriana, studi in informatica e un breve lavoro per la J.P. Morgan, dall’inizio dell’intifada costata 5 mila morti è rimasta in disparte e in silenzio. Ma pur nell’opacità del regime e nell’impossibilità di sapere cosa succede ai suoi vertici, i segnali che la giovane First Lady sia a fianco del consorte Bashar sono inequivocabili. Le voci che la volevano esule con i figli in Inghilterra si sono rivelate infondate, lo stesso vale per le speranze di chi cercava in lei «la luce in un Paese pieno di zone d’ombra», come la definì Paris Match. Spezzata anche l’illusione che nell’orrore delle stragi Asma si confermasse almeno la «rosa del deserto», come la battezzò in marzo Vogue America in un ritratto-intervista che suscitò nel mondo valanghe di critiche.
«Quella donna è tutt’altro che un fiore gentile, il suo potere non è mai stato visibile come lo era per Suzanne Mubarak o altre mogli di dittatori, ma era e resta immenso — dice un oppositore siriano esule in Europa, oggi con il Consiglio Nazionale dell’opposizione, che preferisce l’anonimato —. Tutti nella sua famiglia di origine, siriani emigrati a Londra, sono diventati miliardari, lei stessa ha affari immensi come una catena di hotel di lusso insieme alla moglie dell’emiro del Qatar e chissà quanti che non conosciamo. E a Damasco tutti sapevano che per ottenere un favore, una carica importante o il rilascio di un parente dal carcere, bastava andare da lei e pagare, in soldi o in chili d’oro. Come tutti sanno che oggi è lei che gestisce gli enormi capitali della famiglia, spostando e nascondendo il denaro insieme a suo padre, rimasto a Londra. Entrambi sono infatti cittadini britannici e non soggetti alle sanzioni internazionali come gli Assad. Europa e Usa ne sono al corrente ma per ora non intervengono. Asma Al Akhras è potentissima e in piena sintonia con il marito».
Se ne sono accorti a fine settembre alcuni operatori umanitari siriani invitati dalla First Lady a Palazzo per discutere dei rischi del loro lavoro. «Le abbiamo parlato dei manifestanti uccisi, delle violenze delle forze dell’ordine di cui siamo stati testimoni. Lei non ha avuto la minima reazione, come se le avessimo raccontato una banalità qualsiasi», ha dichiarato all’Independent un partecipante all’incontro, sconvolto da quell’indifferenza assoluta. «Eppure è impossibile che non sappia cosa sta succedendo, lei vede tutto, sa tutto».
L’enigma Asma, anche se certo non è tra le questioni prioritarie oggi in Siria, appassiona e in parte divide gli esperti del Paese. «Qualsiasi sia la sua opinione, Asma Al Assad è totalmente paralizzata. Il regime non le permetterà mai di esprimere nemmeno il più lieve dissenso, né di lasciare il Paese», sostiene Chris Doyl, direttore del Consiglio d’intesa arabo-britannico. Andrew Tabler, politologo e scrittore Usa che dal 2001 al 2008 visse a Damasco e lavorò anche a stretto contatto con la First Lady, è invece convinto che questa «neghi a se stessa l’evidenza». E aggiunge: «Asma Al Assad ha due aspetti: da un lato è una donna moderna, ben diversa dalle altre mogli di leader arabi, che dirige organizzazioni per i poveri e i giovani. Dall’altra ama la bella vita, ha sempre voluto essere una principessa».
Che sia costretta a tacere o appoggi volenterosa la crudele follia del marito non conta ormai molto però. Anche i pochi che in passato credevano alla buona fede delle sue campagne per «coinvolgere i giovani nella cittadinanza attiva» e «diffondere Internet» hanno visto come ha reagito il regime alle richieste di partecipazione politica e libertà d’informazione. Sarà pure bella, elegante e mamma, nata e cresciuta a Londra, attiva nelle opere di carità , ma l’illusione che Asma sia la Lady Di del deserto ormai è svanita per sempre.
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