Giudici e politici «coccolanegri» Sul web la lista vergogna nazista

by Editore | 21 Dicembre 2011 10:32

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Si chiama Stormfront ed è il sito neonazista che a gennaio pubblicò la lista di proscrizione degli ebrei. Questa volta il pretesto per arricchire la lista nera è l’omicidio degli immigrati senegalesi a Firenze. Nel forum, che è la filiazione italiana di un sito americano fondato da Don Black (già  Ku Klux Klan), sono stati bloccati i messaggi inneggianti all’assassino, sono rimasti gli argomenti contro «l’insano gesto» di Gianluca Casseri, e il loro tenore è molto eloquente: «è stato un assist a chi è a favore del meticciato,
dell’invasione etnica», oppure: «qui non si inneggia a nulla contro la legge, al massimo si plaude a chi lo ha già  fatto». Il tutto condito da un triste umorismo: «Non mi piacciono i negri e in democrazioa i gusti sono gusti».
Ma poiché sono stati accusati di odio razziale i partecipanti al forum vogliono dimostrare di odiare molto più gli italiani: «Io vorrei dimostrare che odio molto di più certi italiani che aiutano gli allogeni e ne traggono un tornaconto economico», scrive uno che si firma Costantino e si raffigura con il volto dell’imperatore, lo stesso che aveva definito Casseri «un eroe bianco». È lui a dare il là  all’arricchimento della black list, nella quale compaiono di diritto i 945 deputati e senatori. Il primo a essere indicato è padre Ezio Segat, di «una parrocchia del Veneto» la motivazione: «dà  i soldi del Veneto skin agli immigrati». Segue Stella Targetti, vicepresidente della Toscana, insulta-
ta perché vuole una scuola dove nessuno è straniero. Ci sono il presidente della comunità  ebraica romana Riccardo Pacifici e l’arcivescovo di Torino Cesare Nosiglia, insieme al gruppo che ha curato il rapporto Caritas sull’immigrazione. C’è l’assessore torinese all’integrazione Ilda Curti, a cui il sindaco Piero Fassino ha espresso immediata solidarietà , colpevole di essersi espressa a favore della Moschea. I Torinesi sono finiti nel mirino del sito dei razzisti anche per la condanna del pogrom del campo nomadi scatenato dalla falsa notizia di uno stupro e fra loro c’è Laura Longo, il magistrato che sta indagando sul rogo. C’è Gad Lerner, l’Infedele è definito «propaganda ebrea», che ha regito: «Onorato di essere insieme a tante brave persone». E il sindaco di Padova Flavio Zanonato, accusato di essere a favore del voto amministrativo agli immigrati regolari. Tutti «coccolanegri», secondo il lessico razzista del sito.Nel mirino anche magistrati, come Domenico Galletta, accusato di aver comminato una pena troppo mite (10 anni) all’immigrato marocchino che investì otto ciclisti ed è stato condannato per omicidio colposo plurimo aggravato. Con il giudice additati anche il gup e l’avvocato difensore. Ci sono inoltre i tre giudici del Tribunale del riesame di Palermo Antonella Consiglio, Giuseppina Di Maida e Filippo Serio. Mentre a Milano tre consiglieri Sel del Comune di Milano Luca Gibillini, Mirko Mazzali e Anita Sonego. Nella lista anche Roberto Mallini, della associazione Everyone per i diritti civili. Everyone spiega che «Stormfront da anni diffonde ideologie antisemite e di stampo neonazista violando la legge Mancino e le convenzioni internazionali». In Germania e in Francia pagine analoghe sono state oscurate ma il problema è che il server che ospita il portale italiano è a Palm Beach in Florida, per questo racconta Malini abbiamo scritto a Sara Morrison, console Usa a Firenze, e all’ambasciatore David Thorne «per impegnare il dipartimento di Stato di concerto con il governo italiano».
LA REAZIONE
Le liste di proscrizione hanno messo in moto la reazione del parlamento e del governo. Una interrogazione è stata presentata da Giuseppe Giulietti (articolo21) e Vincenzo Vita: «Ci auguriamo che si vogliano individuare e colpire i mandanti, i loro complici. Purtroppo questi gruppi agiscono tra molte coperture e complicità ».
Il vicepresidente del Senato Vannino Chiti chiede «una azione decisa di magistratura e polizia per individuare e perseguire i responsabili di questi gesti indegni».
E il ministro dell’interno Anna Maria Cancellieri, ospite di Porta a porta, ha definito il sito: «Un brodo di coltura che non si riesce sempre a isolare e sul quale bisogna lavorare». Per il ministro dell’Interno, che ha rilevato che si tratta dello stesso sito da cui erano partiti i tributi di ammirazione per l’assassino di Firenze, «il monitoraggio deve essere costante perché «sppiamo bene che la storia non deve ripetersi». Anna Maria Cancellieri si dice convinta che l’Italia non è un paese xenofobo però «bisogna vigilare con costanza e fermezza perché il malessere c’è e si manifesta anche con le parole, che feriscono come pietre».

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