Hollande: “Il rigore non basta cambiamo il patto Merkel-Sarkozy E l’Italia torni tra i protagonisti”

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Il piano francese sulle pensioni non è giusto Bisogna consentire lo stop a 60 anni a chi ha cominciato a 18 anni e ha i contributi necessariIo voglio imporre alcune priorità : giovani e istruzione, produzione e competitività , equità  nelle tasse e nel socialeIl motore franco-tedesco è essenziale per l’Europa quando è in grado di trascinare, di convincere, non di imporreLe sinistre francesi, italiane e tedesche devono poter elaborare una risposta comune e alternativa all’attuale crisiL’attuale presidente dice che non ha colpe per la disoccupazione e il debito esplosi sotto il suo mandato. Ma la verità  è un’altra. 
«L’Italia deve tornare a essere protagonista in Europa. È assurdo rinchiuderci in un tàªte à  tàªte tra Francia e Germania». Franà§ois Hollande ha già  preso un piglio presidenziale, per come parla ispirato, con frasi nette, assumendo spesso un tono grave che si differenzia molto da quello, più bonario, che tutti conoscevano fino a qualche mese fa. Il candidato della gauche si appresta a sfidare Nicolas Sarkozy con la speranza di entrare all’Eliseo, diventando il secondo presidente socialista della Quinta Repubblica dopo Mitterrand. «Le sinistre francesi, italiane e tedesche devono poter elaborare una risposta comune e alternativa alla crisi» racconta Hollande che stamattina arriva a Roma, su invito del partito democratico. Nel corso del colloquio con Repubblica, le sue parole più frequenti sono “giustizia”, “equità “, “speranza”. E sul suo rivale dice: «Sarkozy ha fallito e vuol far credere a tutti di non avere nessuna responsabilità ». 
L’Europa ha faticosamente raggiunto un nuovo accordo per la riforma dei Trattati. Se lei sarà  eletto, lo sottoscriverà ?
«L’accordo approvato a Bruxelles il 9 dicembre non risolve la situazione. È vago. Nessuno ancora ne conosce la traduzione giuridica. In questa emergenza, una revisione dei trattati dall’esito incerto è una perdita di tempo. Generalizzare le politiche di austerità  non ci permetterà  di superare questa crisi. La crescita è stata dimenticata dall’accordo, come anche gli eurobond. Se sarò eletto dai francesi, chiederò che venga rinegoziato per favorire anche la crescita e la solidarietà ».
Angela Merkel dispone e Sarkozy esegue?
«Il metodo è sbagliato. Riconosco che il motore franco-tedesco è essenziale per l’Europa quando è in grado di trascinare, convincere, non di imporre. Rinchiudersi in un faccia a faccia porta solo a privarci di sostegni importanti, come ad esempio quello del presidente del Consiglio europeo, Herman Van Rompuy. Il lavoro con gli altri partner europei è fondamentale, in particolare quello con l’Italia, grande paese fondatore dell’Europa. È ciò che vengo a dire agli amici del partito democratico, come ho già  fatto con la Spd in Germania».
Oggi incontrerà  anche il Presidente Napolitano e il premier Monti. Cosa pensa del nuovo governo tecnico?
«Vorrei intanto rendere omaggio a Giorgio Napolitano e alla sua azione per l’Italia e l’Europa. Mario Monti ha ricevuto la fiducia dal parlamento, che ha scelto di rispettare la scadenza elettorale già  fissata. Nei prossimi mesi avremo in Francia, Germania, poi anche in Italia, importanti appuntamenti elettorali. E’ la grande forza delle democrazie in questi tempi di crisi».
Il rigore finanziario è l’unica via possibile?
«Niente potrà  essere fatto senza una riduzione dei deficit e del debito. Quello che propongo ai francesi è un ritorno programmato all’equilibrio di bilancio nel 2017 seguendo un criterio di giustizia sociale. Non basta. Dobbiamo creare le condizioni per rilanciare la crescita e sviluppare gli strumenti per una regolamentazione che permetta alle nostre democrazie di prendere il sopravvento sul ricatto imposto dai mercati finanziari».
L’Italia sta approvando una nuova riforma delle pensioni. Lei vuole rinegoziare quella approvata dall’attuale governo francese, che ha abolito l’età  pensionabile a 60 anni?
«Il piano di Sarkozy non è né giusto né sostenibile finanziariamente. Correggere quella riforma è soprattutto una questione di giustizia. Bisogna ristabilire la possibilità  di andare in pensione a 60 anni per quelli che hanno incominciato a lavorare a 18 anni, o prima, e che hanno i contributi necessari. Ne discuterò anche con i sindacati. Contrariamente a Sarkozy, non voglio usare la comunicazione come alibi né dare soluzioni dogmatiche».
La crisi può accelerare il cambio di maggioranza in Francia com’è già  successo in altri paesi europei?
«La crisi è ovviamente un dato essenziale dell’elezione di maggio 2012. Spetterà  ai francesi fare una scelta di cambiamento dopo un quinquennio nel quale il Presidente uscente ha fallito».
Lei è sempre favorito nei sondaggi ma Sarkozy ha recuperato qualche punto. Teme un’inversione di tendenza?
«Francamente, preferisco essere in questa situazione anche se cerco di non occuparmi troppo dei sondaggi. Sarkozy vuole far credere di non avere non avere nessuna colpa, di non essere responsabile dei deficit pubblici esplosi sotto al suo mandato, del debito, della disoccupazione. La verità  è invece che ha una pesante responsabilità  nei problemi che la Francia oggi attraversa. Il mio dovere è mostrare che un’altra via è possibile. Voglio creare un nuovo slancio, aprire la speranza, imponendo alcune priorità : i giovani e l’istruzione, la produzione e la competitività , la giustizia fiscale e sociale».
Cercherà  un accordo con Franà§ois Bayrou, candidato centrista sempre più popolare?
«Bayrou è un politico che rispetto ma non appartiene alla sinistra. Le sue posizioni sono spesso conservatrici. Su molti punti siamo in disaccordo. Il cambiamento in Francia non passa da lui. Quando ci sarà  il secondo turno delle elezioni, Bayrou dovrà  scegliere tra il Presidente uscente, che ha spesso combattuto, e il candidato del cambiamento e della giustizia, quale io voglio essere».
Se sarà  eletto, quale sarà  il suo primo atto da Presidente?
«La destra ci lascerà  la Francia in uno stato economico e sociale tale che avrò molte emergenze da affrontare. Dovrò dunque andare subito all’essenziale. È per questo che la prima legge che proporrò ai parlamentari è quella di una grande riforma fiscale, affinché i prelievi siano più progressivi ed equi. Nessuno sforzo sarà  accettato dai francesi se non vedranno che è equamente distribuito. Questa riforma fiscale sarà  la base sulla quale potrò sviluppare le mie priorità . In un contesto così difficile, voglio dare una speranza credibile al mio paese».


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