”Investire sul volontariato significa investire in una Italia migliore”

by Sergio Segio | 5 Dicembre 2011 17:16

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ROMA – “In tempo di crisi, il rischio non è che il volontariato sia meno sostenuto. Continuerà  a fare la propria parte perché non si crea né si distrugge con una normativa. Il nodo è comprendere come farlo diventare sempre più parte attiva della vita sociale e non come parte marginale”. È quanto ha affermato Stefano Tabò, presidente del Coordinamento nazionale dei Centri di Servizio per il Volontariato – Csvnet durante la celebrazione della Giornata internazionale del Volontariato in corso presso l’Auditorium Conciliazione a Roma. Centinaia le associazioni giunte nella capitale da tutta Italia per partecipare ad un evento che ha visto la presenza del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano e organizzato dal Forum Terzo settore, dalla Consulta del volontariato presso il Forum, dal ConVol (Conferenza permanente delle associazioni, federazioni e reti del volontariato) e dal CSVnet (Coordinamento nazionale dei centri di servizio per il volontariato) per sottolineare il valore del dono e della solidarietà  nella costruzione della società . Per Tabò “sostenere il volontariato è un investimento. Il nostro Paese cerca equità , rigore e crescita, ma queste parole sono già  nel dizionario del volontariato. Perciò investire sul volontariato significa investire in una Italia migliore. Il volontariato oggi è una risorsa perché riesce a cogliere le peculiarità  del momento, gli aspetti più emergenti e critici”.

Dell’importanza del volontariato come strumento educativo ne ha parlato Fausto Casini, coordinatore della Consulta del volontariato presso il Forum, che ha sottolineato “la grandissima fiducia da parte degli italiani” di cui gode. Per Casini, il volontariato deve “continuare ad alimentare il proprio senso di responsabilità  per essere in grado di rispondere anche alle emergenze”. Mons. Giuseppe Merisi, presidente di Caritas italiana, invece ha ricordato come anche in Europa ci sia “spazio di maggior presenza” dando alle iniziative di volontariato e alle loro associazioni “un riconoscimento civile che dia senso a questo impegno. Poi se l’agenzia europea dei diritti umani accogliesse una presenza del volontariato e delle associazioni sarebbe un vantaggio per tutti”.

Una partecipazione alla vita sociale del Paese, hanno ricordato i relatori, che è capace anche di indignarsi, nel pieno rispetto delle regole. “Siamo sentinelle – ha aggiunto Emma Cavallaro, presidente ConVol -, ma soprattutto persone che non possono essere mai neutrali. I volontari sono quelli che si dichiarano e denunciano quando occorre farlo. Hanno il compito di essere attenti affinché i diritti principali non siano negati a nessuno”. Una indignazione che è “la condizione fondamentale dell’essere cosciente, dell’accorgersi di ciò che accade intorno a noi”, ha concluso Stefano Tabò. “L’esperienza del volontariato ci insegna quanto sia importante la testimonianza di ognuno di noi – ha aggiunto il presidente di Csvnet -, quanto nell’ottica dell’impegno e della responsabilità , possa costruire un patrimonio utile. Facendo volontariato, infatti, non si incontrano solo gli altri, ma spesso si trova anche se stessi”. (ga)

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