Italia, il piano Fincantieri spacca i sindacati

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Il piano prevede un utilizzo medio della cassa integrazione per 2.233 lavoratori (con un tetto massimo di 3.670) e 1.243 esuberi, in tutte le officine del gruppo.

I lavoratori Fiom sono scesi in agitazione e a Sestri Ponente – dove l’accordo prevede una punta massima di 741 lavoratori in cassa integrazione per i prossimi due anni, cioè tutti – ieri hanno bloccato le portinerie dello stabilimento. Il 2 gennaio, quando riaprirà  dopo la pausa natalizia, sono previste altre iniziative, con un obiettivo dichiarato: il blocco della “Oceania Riviera”, la nave che avrebbe dovuto compiere le prove in mare nei prossimi giorni, prima della consegna prevista a marzo.
“La nave Oceania non uscirà  dal cantiere di Sestri Ponente. Questo è certo” ha spiegato il segretario generale della Fiom Genova, Francesco Grondona. “Noi – ha aggiunto – non prendiamo in ostaggio i dirigenti, che rispettiamo, in quanto persone, ma la nave”.
Nel piano, secondo Grondona, “sono previsti 102 milioni di euro di investimenti complessivi. Ma per il cantiere di Sestri, nel biennio 2012-2013 l’investimento previsto è di 400.000 euro, che non bastano nemmeno per dare il bianco. E c’è anche scritto che è previsto solo il completamento delle attività  avviate e la messa in sicurezza delle aree. Siccome la dicitura ‘messa in sicurezza’ si usa quando uno stabilimento viene chiuso, direi che c’è poco altro da aggiungere”.

A livello nazionale, la Fiom comunica che “il piano di ieri propone, anzi peggiora, quello precedentemente ritirato, prevedendo 1.243 esuberi e, non la chiusura, ma l’ufficializzazione del disimpegno industriale per i due cantieri Castellammare e Sestri”. Lo fa per bocca di Alessandro Pagano, coordinatore nazionale cantieristica navale.
Da parte sua, il segretario nazionale Maurizio Landini annuncia “due ore di sciopero da qui fino ai prossimi giorni”.

Diametralmente opposto il parere di Mario Ghini, segretario nazionale della Uilm, secondo cui non si tratta di “un accordo basato solo su applicazione di ammortizzatori sociali ma di un piano che guarda al futuro industriale” con “50 milioni investiti nell’anno in corso e altri 102 previsti per il prossimo biennio”.


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