by Editore | 31 Dicembre 2011 9:10
Si muovono in tanti per le 239 operaie della Omsa di Faenza, licenziate con un fax perché la casa madre Golden Lady delocalizza la produzione in Serbia. E non vuole tenere fede ai patti, sottoscritti, per una riconversione industriale dello storico stabilimento romagnolo, con il mantenimento dell’occupazione. Intervengono le segreterie nazionali di categoria Filctem, Femca e Uilta. Intervengono i vertici confederali emiliano romagnoli. Interviene anche Vincenzo Scudiere, segretario confederale Cgil con delega alla politiche industriali.
L’unico a non intervenire sul caso Omsa è il sindaco Giovanni Malpezzi. Interpellato dai media locali il primo cittadino, margheritino doc alla guida di una giunta Pd-Idv, si limita a una sbrigativa dichiarazione sul fatto che certo, nei giorni delle feste, la Golden Lady poteva evitare quel fax. Insomma un non-intervento. Dovuto, con tutta probabilità , al fatto che da quelle parti il patròn della Golden Lady, Nerino Grassi, è una potenza. Non solo economica.
Di ben altro tenore le reazioni sindacali. Unitarie. Di «comportamento inaccettabile e irrespettoso» parlano le segreterie nazionali di Filctem-Cgil, Femca-Cisl e Uilta-Uil, soprattutto visto il recentissimo incontro fra le parti al ministero dello Sviluppo economico. Un summit datato 23 dicembre, e concluso con l’ok a un nuovo appuntamento per il 12 gennaio. «Sconcertante e scellerato è apparso scoprire a posteriori – osservano Filctem & c. – che il giorno stesso la proprietà aveva aperto la procedura per i licenziamenti collettivi, senza farne menzione al tavolo». Conclusioni non equivocabili: «La scelta di Nerino Grassi è stata ancora una volta quella di sottrarsi a ogni responsabilità , preoccupandosi solo di tagliare il cordone ombelicale con le lavoratrici». A seguire la sacrosanta richiesta di ritirare il licenziamento collettivo, e riaprire la discussione per la reindustrializzazione dell’area.
Si fanno sentire anche le segreterie regionali di Cgil, Cisl e Uil dell’Emilia Romagna: «L’atto della Golden Lady non ha diritto di cittadinanza in questa regione, dove da poco è stato firmato un patto per la crescita fra tutti i soggetti sociali e istituzionali, compresa Confindustria». Da segnalare infine la riflessione di Franco Grillini, presidente della commissione regionale economia: «Ora è bene dire subito, ma ciò spetta al sindaco di Faenza, che non ci saranno speculazioni sull’area dove sorge lo stabilimento».
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