«Iniziativa» dei cattolici Il nuovo manifesto con Cisl, Udc e Riccardi

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ROMA — Si sono visti ieri mattina in un istituto religioso della Capitale, ma si incontreranno più volte ancora nei prossimi mesi. Primo appuntamento pubblico a Napoli, nel mese di gennaio. Si chiamerà  «Iniziativa per l’Italia» e sarà  un «manifesto» promosso dai cattolici, ma aperto alla cultura laica. Chi c’era assicura che non è il semplice seguito di Todi, il convegno che per la prima volta, a metà  ottobre, ha messo insieme quasi tutte le associazioni e le organizzazioni cattoliche. L’ambizione, confessa Raffaele Bonanni, «è più grande, è quella di far ripartire la politica, intesa nel senso alto della parola, ristabilire un contatto con la gente che si è perso ormai da tempo». Il segretario della Cisl è solo uno dei protagonisti: ieri, «per un primo scambio di opinioni», c’erano altri rappresentanti delle organizzazioni sociali cattoliche, insieme ad alcuni politici dell’inedita maggioranza trasversale che sostiene Mario Monti, tra cui gli udc Pier Ferdinando Casini e Lorenzo Cesa, e il pd Giuseppe Fioroni. E ancora, rappresentanti del governo come il ministro della Cooperazione internazionale e dell’Integrazione, Andrea Riccardi. Cattolici sì, ma con l’intenzione di costruire un’area di dialogo con una parte significativa della cultura laica.
A Napoli, città  simbolica della «speranza» e del «riscatto», si terrà  il mese prossimo una prima manifestazione pubblica a carattere popolare, aperta al contributo di chiunque «abbia il desiderio di rimettere in moto il Paese». Ma poi, a marzo, si raddoppierà  a Milano e nei mesi successivi in altre parti d’Italia. Parte un movimento, l’embrione del nuovo partito dei cattolici che tanto ha agitato la politica italiana nei mesi scorsi, fino alla caduta del governo Berlusconi? «Lasciamo perdere — commenta Bonanni —. Il nostro è un progetto prepolitico: occorre riattivare i canali di partecipazione del Paese, ricostruire le basi culturali per sostenere la produttività  di sistema e al tempo stesso il welfare».
Andrea Riccardi racconta della «grande voglia di fare politica», che è emersa negli ultimi mesi e, in particolare, nelle ultime settimane: «Viene dal sociale e dal mondo cattolico. Siamo sollecitati ogni giorno, chiamati continuamente». Il ministro auspica «un’iniziativa per l’Italia», ma «orientata verso l’Europa, in cui il fare politica si saldi con la grande cultura cattolica e laica del nostro Paese». Perché «la cultura cattolica è per sua natura di sintesi, secondo il modello degasperiano: occorre superare una volta per tutte gli steccati storici tra guelfi e ghibellini».
E chi un partito già  ce l’ha, come Pier Ferdinando Casini? Il leader dell’Udc si muove con prudenza nel nuovo movimento, ma ovviamente con grande interesse. Come anche il segretario Lorenzo Cesa che, nell’incontro di ieri, ha annunciato che al prossimo congresso, che si terrà  tra maggio e giugno, «partirà  la costruzione di un nuovo soggetto politico» pronto a raccogliere il sostegno di una parte del Pdl e del Pd. Nel partito si spera di poter attrarre nel progetto figure come Pisanu, Fitto, Frattini, ma anche ad alcuni esponenti laici che fanno parte dell’attuale governo. Commenta Casini: «In questa legislatura abbiamo già  fatto molto, ma è ora di completare il lavoro». Per il quale in teoria c’è ancora un anno e mezzo, fino alle elezioni del 2013. E se invece si andasse a votare prima, nella prossima primavera? «Come Terzo Polo — rispondono dall’Udc — siamo già  al 18 per cento. Se poi parte il nuovo soggetto politico…».


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