«Modello Pomigliano» per comparto auto

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Al tavolo non partecipava la Fiom-Cgil, non firmataria dell’ultimo contratto. L’accordo con Federmeccanica sulla normativa per il settore auto «fa il paio con quello firmato a Torino con Fiat lo scorso 13 dicembre per il contratto specifico», afferma il leader della Uilm, Rocco Palombella. La modalità  di organizzazione del lavoro prevista nell’intesa «adatta alle realtà  del comparto – dice il comunicato di Federmeccanica – il modello organizzativo già  disciplinato dall’accordo Fiat per Pomigliano». Nella realtà , questo contratto potrebbe essere esteso ad altre categorie non metalmeccaniche, proprio per le sue caratteristiche di modifica dei rapporti di lavoro che piacciono tanto alle aziende. «Rimaniamo profondamente convinti – dice ancora Palombella – che allo scadere del prossimo anno le due tipologie contrattuali, giunte a naturale scadenza, possano ricongiungersi in un unico alveo capace di disciplinare entrambe». L’intesa introduce – come l’accordo di Pomigliano – i 18 turni e 120 ore di straordinario, e prevede un incremento salariale su base annua superiore ai 400 euro rispetto al normale svolgimento dei 18 turni già  stabiliti contrattualmente. È stata inserita una nota a verbale – una finzione da parte dei sindacati che hanno accettato questo contratto cui solo la Fiom-Cgil ha detto no – in cui le parti hanno preso atto dell’esistenza di «problemi relativi all’assenteismo anomalo» e della necessità  di trovare «soluzioni» nel rispetto dell’accordo sottoscritto. Non tutto però va liscio nel mondo Fiat. Dopo la bocciatura del nuovo contratto delle Rsu alla Ferrari, stessa cosa è successa ieri allo stabilimento Cnh di Jesi (Ancona). Le Rsu sono così rappresentate: sei della Fiom, tre della Fim e tre della Uilm. In mattinata, si era svolta un’assemblea dei lavoratori molto partecipata e molto vivace. Un’altra è stata fatta nel pomeriggio per il secondo turno.


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