Morte sul palco di Jovanotti

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Una tragedia mentre si preparava il concerto di Jovanotti: ieri pomeriggio a Trieste, Francesco Pinna, un giovane di appena 20 anni, è morto schiacciato dalle attrezzature del palco, e insieme a lui sono rimasti feriti altri sette operai, di cui uno molto grave, ricoverato in rianimazione. Il cantante è intervenuto qualche ora dopo su Twitter, dicendo di avere «il cuore pieno di dolore», e ha deciso immediatamente di sospendere non solo, come è ovvio, la serata che si sarebbe dovuta tenere ieri (anche perché oltretutto il palco è stato sequestrato), ma anche l’intero suo tour, che in diverse tappe avrebbe dovuto concludersi il 30 dicembre.
Il gravissimo infortunio è avvenuto dentro il Palasport della città  giuliana, dove dall’altroieri sera una squadra di operai (perlopiù di ditte locali) stava provvedendo a montare il palco, la stessa struttura utilizzata per tutti i 60 concerti passati del tour, l’ultimo qualche sera fa a Milano. Il palco si sarebbe ripiegato su se stesso, a causa della caduta in avanti dei due pilastri anteriori: la struttura, alta circa 10 metri, avrebbe ucciso Francesco sul colpo. Il ragazzo non si dedicava esclusivamente all’attività  di operaio, ma era uno studente-lavoratore, quindi molto presumibilmente aveva ricevuto un incariso solo giornaliero (e bisognerà  capire se l’assunzione fosse in regola). Prendeva 5 euro all’ora.
E sono in tutto sette, come detto, i feriti ricoverati al Pronto soccorso dell’Ospedale di Cattinara, uno dei quali in condizioni gravi e un altro in condizioni definite «serie». Gli altri cinque sono tenuti in osservazione. Sono tutti uomini e molto giovani. Il ferito più grave è ricoverato nel reparto di rianimazione ma la sua vita non sarebbe in pericolo; l’altro è ricoverato nel reparto di ortopedia. Ha subito, invece, solo una lieve escoriazione una ragazza che lavorava sul luogo dell’infortunio, inizialmente contata tra i feriti. La giovane – ha confermato sua madre lasciando il Palasport – era riuscita ad allontanarsi proprio nell’istante in cui la struttura stava crollando.
Intanto il pm titolare dell’inchiesta, Matteo Tripani, si appresta ad aprire un fascicolo: probabilmente le indagini saranno contro ignoti per i reati di omicidio colposo e lesioni. Ma già  ieri alla Questura di Trieste sono stati sentiti i tecnici specializzati che hanno seguito il tour di Jovanotti. «Si tratta – spiega Luigi Vignando, della Azalea Promotion – di personale specializzato che cura la produzione dell’artista. A esso, per ogni data, si affiancano alcune ditte locali per il montaggio del palco, e a una di queste apparteneva la vittima». «Attorno alle 14 è crollata la struttura a cui avrebbero dovuto essere appesi audio e luci – aggiunge Maurizio Salvadori, della Trident Management Srl che produce il tour – Normalmente gli apparati vengono appesi mediante motori ai tetti dei Palasport ma, visto che la configurazione di quello di Trieste non permette questa operazione, era stata noleggiata una struttura ground support che ha improvvisamente ceduto. Il piano di lavoro era stato redatto, come sempre, da un ingegnere abilitato».
Intanto ieri sempre a Trieste, ma al Molo Bersaglieri, il crollo di un tetto ha travolto tre operai, ferendoli. Per questo Cgil, Cisl e Uil chiedono l’apertura immediata di un tavolo per la sicurezza. La ministra del Welfare, Elsa Fornero, esprimendo il proprio dolore dice che «gli ispettori del ministero sono stati subito incaricati di accertare cause e responsabilità  del tragico incidente». Attenzione e vigilanza da parte del governo chiedono anche il Pd, con Cesare Damiano, e Articolo 21.


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