Napoli, torna l’incubo dei rifiuti Clini: “Pronti a mandare l’esercito”

by Sergio Segio | 1 Dicembre 2011 7:00

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«Siamo in una situazione di nuovo al limite – aggiunge il ministro dell’Ambiente – Forse è il caso di mettersi a ragionare sulle opzioni tecnologiche e ambientali che funzionano in altre regioni e Paesi, come la differenziata e i termovalorizzatori».
Sabato il ministro sarà  nel capoluogo partenopeo per incontrare il sindaco Luigi de Magistris, il governatore Stefano Caldoro e il presidente della Provincia, Luigi Cesaro. Ma proprio sul termovalorizzatore è scontro tra Governo e Comune. «Né commissari né esercito: in passato sono state esperienze fallimentari – interviene netto il vice sindaco Tommaso Sodano. – E no al termovalorizzatore. Al ministro illustreremo il nostro piano: differenziata, tre siti di stoccaggio e i contratti per le navi che partiranno per Olanda».
La nuova accelerazione sul caso Napoli parte dallo sciopero nazionale di categoria (Fise) che la notte di lunedì e la mattina di martedì ha impedito il servizio di raccolta rifiuti in gran parte del territorio cittadino. Da due giorni la città  è tornata a convivere con cumuli di rifiuti e proteste, come nei giorni dell’ultima crisi. Per Raphael Rossi, presidente Asìa, l’azienda municipale che si occupa della raccolta dei rifiuti: «L’emergenza è subito rientrata». Per quanto riguarda l’arrivo dell’esercito, Rossi chiosa: «Se i militari affiancassero i nostri vigili urbani per impedire gli sversamenti abusivi nelle nostre periferie, l’arrivo dell’esercito sarebbe utilissimo. Insomma è facile vedere il dito invece che la luna. Noi abbiamo bisogno non di braccia, ma di fondi per migliorare la differenziata e di luoghi idonei in cui smaltire i rifiuti».
Clini, però, al di là  dello sciopero è preoccupato per la procedura di infrazione avviata dall’Unione europea. L’Italia ha appena ottenuto 60 giorni di proroga per presentare il proprio piano rifiuti, ma è solo un breve rinvio. «All’Europa dobbiamo spiegare come viene gestita la differenziata. Sappiamo, però, che gli impianti servono comunque», ribadisce il ministro. «La misura più rapida è quella di dare vita, in maniera urgente, alla raccolta differenziata – aggiunge – Ma se non è molto difficile dal punto di vista tecnico, potrebbe essere reso difficile dalle circostanze ambientali a cominciare dal ruolo della malavita organizzata. Dobbiamo capire che non abbiamo soluzioni negoziabili».

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