Pensioni, prima casa e capitali «scudati» Corsa per cambiare la manovra in Aula

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ROMA — Meno tasse sulla prima casa e indicizzazione delle pensioni basse, gradualità  per quelle di anzianità . Su questi tre punti si gioca la partita politica della maggioranza parlamentare con il governo dei tecnici. Oggi alle 11 scadono i termini ufficiali per gli emendamenti (ma non per quelli presentati dai relatori e dal governo) e probabilmente ce ne sarà  uno solo e «mini» presentato dai relatori Pier Paolo Baretta (Pd) e Maurizio Leo (Pdl). Non è ancora certo se conterrà  anche una modifica al provvedimento più scomodo della manovra da 33,4 miliardi di euro (tanto vale secondo l’ultimo aggiornamento fatto dal Tesoro) cioè la norma che abolisce d’un colpo le pensioni d’anzianità . In ogni caso entrerà  di sicuro nei prossimi giorni. Prima dello sciopero generale dei sindacati programmato per lunedì.
Baretta conferma che si sta «pensando a una norma transitoria per gestire con minor trauma il salto a 42 anni per l’anzianità  e a 66 per la vecchiaia» ma nei corridoi di Montecitorio si discute anche di riesumare la quota 100 (60 anni di età  e 40 di contributi per esempio) che era stata fino all’ultimo una delle soluzioni allo studio. Tutto naturalmente a saldi invariati e con grande fretta perché la manovra deve essere approvata entro il 23 dicembre e quasi sicuramente con la fiducia come ha ribadito ieri da Marsiglia l’ex premier Silvio Berlusconi: «Credo sia necessaria, perché ci sono tante cose su cui non ci troviamo d’accordo».
La sfida ora passa ai «tecnici» per individuare le risorse in modo da accontentare i mal di pancia dei politici e dei sindacati. Si punta sempre al doppio o al triplo del contributo di solidarietà  sui capitali scudati, a uno storno da parte delle banche sui presunti maggiori introiti da minor uso del contante, mentre si ridimensiona la cifra favolosa dei 16 miliardi che potrebbero spuntare dall’asta delle frequenze tv. Secondo alcuni calcoli fatti in modo riservato dall’Agcom, il passaggio dal «beauty contest» all’asta potrebbe portare nelle casse dello Stato un miliardo e 250 milioni di euro. E comunque non subito ma tra qualche mese.
In zona saldi e risorse ieri sono emerse criticità  su alcune entrate della manovra da parte del servizio bilancio della Camera. I tecnici di Montecitorio hanno osservato che sui capitali scudati e sulla vendita di immobili si tratta di «una tantum» che non incidono in modo strutturale sui conti pubblici. E poi, valutando gli scudati sin dal 2002, si rileva che «l’imposta non potrebbe trovare applicazione sul complesso della cifra», (oltre 182 miliardi di euro) perché nel frattempo il contribuente potrebbe aver spostato il gruzzoletto da qualche altra parte.
Insomma i problemi non mancano. Ieri ne è emerso uno sul pagamento delle pensioni minime in virtù del blocco dei contanti oltre i 500 euro disposto dalla manovra. I pensionati il cui assegno supera quella cifra dal primo di gennaio non potranno più ritirarlo in banca o alle poste in contanti ma dovranno per forza aprire un conto corrente. L’articolo 12 della manovra prevede che entro tre mesi le banche e il ministero del Tesoro dovranno firmare una convenzione per consentire apertura di conto corrente gratuito per le fasce deboli. Intanto però il problema resta e dovrà  essere affrontato.
Tra gli emendamenti della maggioranza quello sulla prima casa tenderà  a elevare l’attuale esenzione Ici-Imu fissata a 200 euro. Bruno Tabacci, parlamentare dell’Api e assessore a Milano, ha proposto di introdurre l’Isee (il misuratore della ricchezza di una famiglia) per valutare chi debba pagare l’imposta.


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