PREGI E DIFETTI DELLA RICETTA DRAGHI ALLA BCE

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Da cui il dibattito: fondo di salvataggio sì o no, eurobond sì o no, Germania sì, ma soprattutto Germania no, e quanto mettere? Poco o tanto? In realtà  la Bce aveva già  cominciato a intervenire nell’estate del 2010, e infatti per un po’ di tempo la situazione era sfiammata. Ma la Bce era intervenuta con quantità  che erano ben lontane dalla dimensione che il rischio su debiti sovrani di grandi paesi richiedeva. Ma poi, soprattutto in seguito al continuato atteggiamento negativo tedesco sui salvataggi, i mercati avevano ripreso a scommettere sui default dei debiti sovrani europei. 
La soluzione di Draghi è la più efficace nel quadro delle regole del Trattato e dello Statuto della Bce. Il limite di tutte le proposte era che: o i margini di manovra della Bce erano ristretti, o che le dimensioni delle somme indicate negli interventi erano sempre per l’appunto limitate. Sembrava non entrasse in testa a nessuno che data l’ampiezza dei mercati, o si mettevano in campo somme enormi o qualsiasi altra sarebbe stata attaccabile. Solo con la proposta Prodi e Quadrio Curzio si sarebbero messe in campo cifre, tremila miliardi di euro, che avrebbero consentito non solo ti tamponare l’emergenza debiti, ma anche di effettuare una rilancio dell’economia europea.
Ma Draghi ha usato per la prima volta l’aggettivo illimitato che è la vera chiave dell’intervento del prestatore di ultima istanza. Il punto della soluzione Draghi è che la Bce rende liquidi i crediti inesigibili delle banche, che con questa liquidità  dovrebbero sostenere i corsi dei debiti sovrani. Le banche hanno cominciato a cedere i loro crediti illiquidi alla Bce che li riceve se accompagnati da ulteriori garanzie, quelle statali. In cambio si indebitano presso la Bce. Se l’operazione funziona, della garanzia a quei titoli non ce ne sarà  bisogno; il che significa che man mano che i crediti saranno incassati, i prestiti si estinguono. Se l’operazione non funziona le banche resteranno debitrici. Ne riparleremo tra tre anni. Questa è una delle ragioni della lunga scadenza: dare tempo al sistema di riprendersi. 
Ma c’è un ma, l’illimitato ha come obbiettivo di convincere i mercati che verranno messi in campo mezzi tali che il prezzo non calerà : gli speculatori dovrebbero convincersi che rischieranno grosse perdite e gli investitori semplicemente timorosi si dovrebbero rassicurare. Quindi bisogna che le banche collaborino. Le reazioni sono però state altalenanti. Lo spread spagnolo è crollato, ma quello italiano è cresciuto. Per di più la Bce ha sospeso l’acquisto di Btp; il che ha di nuovo aumentato la pressione sull’Italia per le cosiddette riforme. D’altro lato, le banche italiane, pure spronate dalla Banca d’Italia, sembra stiano alla finestra. Pare finora che, temendo che l’intervento non funzioni, si astengano dal comprare e quindi contribuiscano a non farlo funzionare. 
Nell’idea di Draghi infatti c’è un limite. Il limite è che un fine di sistema può essere perseguito fino in fondo solo da un’istituzione di sistema. Il limite cioè è di far fare il prestatore di ultima istanza ad enti individuali e non di sistema come le banche, le quali ovviamente non possono che agire nei limiti delle loro convenienze. Giorni fa le banche avevano protestato dicendo di essere illiquide. Il Bollettino di Novembre della Bce diceva invece che la liquidità  complessiva era molto alta. Non poteva che essere così, dopo che da tre anni la Bce aveva, in diverse occasioni, iniettato liquidità  nel sistema, e non l’aveva complessivamente tolta. Ma allora ciò voleva dire che le banche, per paura di non poter far fronte a impegni futuri, tra cui le pressanti richieste di ricapitalizzazione, si trattenevano la liquidità . Si chiama trappola della liquidità , e era stata individuata da Keynes negli anni Trenta come comportamenti dei privati, famiglie e imprese, ma non delle banche. Ora invece sta diventando un comportamento delle banche. Sempre seguendo Keynes la dovremmo chiamare allora trappola della contro-liquidità  perché impedisce ai privati di essere più liquidi.
Sta succedendo di nuovo? Le banche si stanno avventando sulla liquidità  promessa da Draghi. Ma saranno poi disposte a sostenere i debiti sovrani, o invece preferiranno restare ancora più liquide? È presto per dirlo, speriamo di no. Ma se dovesse succedere, Draghi dovrà  passare dal bazooka alla bomba atomica, alla Bce come prestatore di ultima istanza. Ma lo potrà  fare contro la Germania? A prima vista c’è da dubitarne; ma allora la crisi dell’euro che sembrava chiusa si potrebbe riaprire.


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