Aiuti ma solo ai poveri residenti. Polemiche a Trieste per la scelta di una parrocchia

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Il parroco ha detto che la crisi economica e le enormi spese che la parrocchia deve sostenere non permettono di aiutare tutti quelli che vengono a chiedere un sostegno. Perciò “ho deciso di privilegiare chi è residente in questa parrocchia”, ha detto don Canonico, che ha continuato dicendo che “chiunque prima dà  da mangiare ai propri figli e poi, se ne ha la possibilità , apre le porte anche agli altri”. Alcuni parrocchiani hanno ritenuto che queste parole non siano dettate dallo spirito cristiano che insegna di aiutare gli ultimi e i più deboli.

Nel difendere la sua decisione, il parroco triestino ha riferito di alcuni episodi spiacevoli, da cui deve aver tratto tratto la conclusione che gli aiuti elargiti ai poveri italiani vadano a miglior fine di quelli destinati ai poveri stranieri: “Abbiamo pagato biglietti di viaggio a una famiglia dell’est che ci ha chiesto un aiuto per tornare a casa, per poi venire a sapere che hanno fatto il giro di tutte le parrocchie ricevendo contributi senza usare quei soldi per ritornare in patria”. E precisa l’interpretazione dell’insegnamento di Gesù a cui la sua opera caritatevole fa riferimento: “Il Vangelo dice di essere buoni, non sprovveduti”.

Don Canonico ha raccontato di dover affrontare molte spese e ha lamentato la scarsità  di offerte dei fedeli. A chi ha criticato la sua decisione, il parroco ha rivolto un invito: “Si metta le mani in tasca e partecipi attivamente”.


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