Bankitalia, Tarantola e altri 7 indagati sul caso-titoli tossici

by Editore | 15 Gennaio 2012 9:49

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La procura di Trani ci riprova. Sotto la lente di ingrandimento del magistrato Antonio Savasta finisce ora il vicedirettore generale del Palazzo Koch, Anna Maria Giuseppina Tarantola. Con lei ci sono altri 7 ispettori della Banca d’Italia, tra cui Simonetta Iannotti e il capo Stefano Mieli, indagati, coinvolti cioè nell’indagine che ha portato al sequestro dei prodotti finanziari “tossici” messi sul mercato dal Banco di Napoli, oggi nel gruppo Intesa San Paolo, e in un solo caso dal Monte dei Paschi di Siena. Si tratta dell’altro filone dell’inchiesta in cui sono indagati a vario titolo per truffa aggravata ed estorsione 61 funzionari. La notizia è trapelata da ambienti di Procura e non viene smentita. Secondo quanto si apprende dai verbali, gli ispettori di Bankitalia, nonostante sapessero dei rischi che derivavano dalla commercializzazione dei derivati del tipo “swaps”, ne avrebbero favorito la vendita non segnalando all’autorità  competente, la Consob, fatti rilevanti per la loro inibizione o sospensione. 
Le ispezioni all’esame degli investigatori sono quelle relative agli anni 2006 e 2008. Nell’atto conclusivo la stessa Tarantola, nella sua qualità  di direttore centrale per la vigilanza creditizia e finanziaria, scrive: «Questo istituto non ha ravvisato, per i profili di competenza, aspetti di rilievo sanzionatorio amministrativo». Così facendo, si deduce, gli organi ispettivi non avrebbero impedito possibili danni futuri alla clientela. A vantaggio, invece, del Banco di Napoli, del gruppo Intesa San Paolo. La commercializzazione dei derivati, secondo gli investigatori della Finanza e lo stesso capo della procura di Trani Carlo Maria Capristo, in alcuni casi ha messo sul lastrico gli imprenditori del nord barese, convinti di aver sottoscritto contratti di assicurazione non speculativi. I contratti sotto accusa sono quelli del tipo “interest rate swap”, tra i più moderni strumenti di finanziamento delle imprese, che così si impegnano a pagare un tasso fisso ricevendo in cambio un tasso variabile, pagando o incassando la differenza.

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