Cassa integrazione e contratti ecco il piano della discordia sul lavoro trattativa in salita

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ROMA – Il governo vuole cancellare la cassa integrazione straordinaria, mantenendo solo quella ordinaria che può durare al massimo 52 settimane. La Cig straordinaria nel progetto del Welfare verrebbe sostituita da una indennità  di disoccupazione. La proposta del ministro del Welfare, Elsa Fornero, non è piaciuta ai sindacati e così il tavolo sulla riforma del mercato del lavoro è partito subito in salita. Il progetto sulla Cig non piace però nemmeno ad alcuni ministri dello stesso governo che frenano. Parte male la trattativa sulla riforma del mercato del lavoro tra governo e parti sociali. Parte con il no netto di sindacati e imprese all’idea più forte del ministro del Lavoro, Elsa Fornero, quella di cambiare radicalmente l’attuale modello di ammortizzatori sociali, salvando solo la cassa integrazione ordinaria. Le altre proposte sul sistema contrattuale, la flessibilità , la formazione sono rimaste più vaghe e non sono state illustrate nel dettaglio, ma non hanno convinto né Cgil, Cisl, Uil e Ugl, né la Confindustria e Rete Imprese Italia (artigiani e commercianti). L’articolo 18, ieri a Palazzo Chigi, non è stato nemmeno pronunciato. Non è bastato, però, a rendere agevole il confronto. 
Il premier Mario Monti ha suggerito «buone soluzioni strutturali per il mercato del lavoro», prima di partire per Bruxelles. Ma quando ha preso la parola il ministro Fornero per leggere le “Linee guida del governo per la riforma del mercato del lavoro” è sceso il gelo nella Sala Verde della sede del governo. Non sono piaciute le linee e nemmeno il metodo inizialmente proposto: un confronto via web per ridurre i tempi e concentrarsi sull’essenziale. «Con questo metodo si rischia il disastro», ha detto il segretario generale della Uil, Luigi Angeletti. Più diplomatica Susanna Camusso, leader della Cgil: «Tutto questo può sembrare molto moderno…ma preferiremmo un negoziato più classico, meno on line».
Una trattativa tradizionale comincerà  nei prossimi giorni direttamente tra le parti sociali. Senza il governo. Cercheranno tra loro di individuare i punti di contatto per poi tornare (la prossima settimana) a Palazzo Chigi. Ed è stato il ministro dello Sviluppo, Corrado Passera, a individuare questa via d’uscita mentre il negoziato rischiava di finire impantanato ancora prima di iniziare. Perché dopo la Fornero è arrivata una raffica di critiche, spesso convergenti. Non si può toccare ora la cassa integrazione, ha detto il presidente della Confindustria, Emma Marcegaglia, «perché il 2012 sarà  un anno di forti ristrutturazioni». Tradotto vuol dire che salteranno molti posti di lavoro e che senza la cassa integrazione straordinaria ci sarà  un problema sociale difficile da gestire. «Non è fattibile», secondo Camusso. «Servono soluzioni concrete e non fantasmagoriche», ha sintetizzato il segretario della Cisl, Raffaele Bonanni. Proprio l’omogeneità  delle osservazioni ha convinto Passera a proporre un tavolo a due. Secondo sindacati e Confindustria è stato nei fatti un depotenziamento del documento-Fornero, una frenata per non compromettere il negoziato, una presa di distanze, nei fatti. Tanto che la Fornero non ha consegnato il testo con le proposte, promettendo di inviarlo alle parti entro questa settimana. Ma per i sindacati, ormai, non è neanche più la base del negoziato.


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