Clini e Profumo, stop conflitto di interessi lasciano il Parco delle scienze e il Cnr

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ROMA – I due ministri Francesco Profumo e Corrado Clini si sono dimessi dal Cnr e dall’Area Science Park di Trieste. Due annunci che si sono succeduti ieri sera nel giro di pochi minuti hanno sciolto un conflitto di interessi che scatenava polemiche da settimane. E hanno anticipato di poche ore una decisione dell’Antitrust che si preannunciava negativa per entrambi. 
Profumo, ministro dell’Istruzione, Università  e Ricerca Scientifica, ha rinunciato alla presidenza del Consiglio nazionale delle ricerche, il più grande ente scientifico pubblico italiano con un miliardo annuo di budget e 8mila dipendenti. Corrado Clini, ministro dell’Ambiente, ha lasciato il Parco Scientifico di Trieste, che ha il compito di facilitare il trasferimento tecnologico dalla ricerca alle imprese, occupa 2.400 addetti e ha un giro d’affari di 150 milioni l’anno.
Profumo e Clini erano stati nominati alla testa dei due enti di ricerca il 13 agosto scorso. Ma a novembre, divenuti ministri, non si erano dimessi nonostante una norma – la 215 del 2004 – che vieta ai “titolari di cariche di governo” di “ricoprire cariche o uffici in enti di diritto pubblico”. Profumo si era semplicemente autosospeso. Clini invece si era limitato a trasmettere le sue deleghe al vicepresidente. Entrambi comunque non avevano mai percepito lo stipendio, anche prima di entrare nel governo. 
«Sono un ministro tecnico e in quanto tale mi sento molto a termine. Spero dopo l’esperienza di governo di tornare a fare il presidente del Parco» aveva giustificato Clini in un’intervista a Repubblica. Ma della posizione dei due ministri si stava occupando da mesi l’Antitrust. L’autorità , che mantiene il segreto d’ufficio sui suoi fascicoli, non si era ancora pronunciata e c’era voluta una dichiarazione di Profumo venerdì scorso per sapere che il termine ultimo per il suo parere era stato fissato al 16 febbraio, anche se la decisione aveva ormai preso forma da giorni e stava per essere resa pubblica. 
Prima di Profumo e Clini, il ministro dei Beni Culturali Lorenzo Ornaghi aveva chiesto l’aspettativa, lasciando la carica di rettore dell’università  Cattolica al suo vice. Clini invece aveva sempre difeso la sua posizione negando interferenze fra le attività  del ministero dell’Ambiente e quelle del Parco di Trieste. E solo ieri ha dovuto prendere atto della difficoltà  di difendere il suo doppio incarico. «Con grande dispiacere – ha scritto in una lettera al premier Mario Monti – mi dimetto da presidente di Area Science Park. Le polemiche sollevate in sede politica e sulla stampa indicano che la questione non può essere affrontata in modo sereno e razionale».
Per quanto riguarda il Cnr, le dimissioni aprono un fronte particolarmente intricato dal punto di vista legale. L’ente di piazzale Aldo Moro è infatti sottoposto alla vigilanza del Ministero guidato dallo stesso Profumo. Il quale aveva avviato una riorganizzazione pesante dell’ente, tagliando il numero dei dipartimenti da 11 a 7. «Avevo appena avviato un complesso processo di modernizzazione organizzativa e gestionale» ha scritto ieri il ministro nella sua lettera di addio. «Spero che questo percorso non subisca alcun arresto». L’orientamento di Profumo è scegliere il successore dalla cinquina di nomi che un comitato di esperti indipendenti aveva indicato ad agosto come possibili presidenti: oltre allo stesso Profumo, la short list indicava Luciano Maiani (in pole position), Andrea Lenzi, Luigi Nicolais e Tullio Pozzan.


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