Commerzbank rischia il fallimento

Loading

BERLINO – La crisi dell’Europa colpisce ormai al cuore anche il sistema Germania: Commerzbank, la seconda banca del Paese, già  parzialmente controllata dal settore pubblico, è stata pesantemente declassata praticamente a livello prefallimentare dall’agenzia Moody’s, e secondo i media tedeschi il suo bisogno di ricapitalizzazione è ancora maggiore di quanto si pensasse. Stretta tra il declassamento che le renderà  più cara ogni operazione di rifinanziamento, i conti in rosso dovuti tra l’altro alle operazioni con i titoli sovrani dei paesi europei in crisi di debito pubblico, condotte specie dalla sua controllata Eurohypo, e la necessità  di ricapitalizzare condivisa con un centinaio di altre banche europee secondo le nuove direttive dell’autorità  di controllo europeo Eba, Commerzbank rischia grosso. E secondo non pochi osservatori solo un intervento pubblico potrà  salvarla, come già  accadde durante la crisi finanziaria del 2008-2009. Ma ciò peserebbe sui conti e quindi sulla solidità  della forte Germania, e apparirebbe in contraddizione con il rigore che Angela Merkel chiede a tutta l’eurozona. La scure di Moody’s aggrava seriamente la posizione del secondo istituto tedesco. L’agenzia di rating ha declassato Commerzbank da C- a D+ e la sua controllata Eurohypo addirittura da D- a E+. Moody’s terrà  l’istituto sotto osservazione per un possibile ulteriore taglio viste le cattive prospettive. E a causa di forti preoccupazioni per Eurohypo, specializzata nel finanziamento immobiliare, che non si è mai ripresa dalla crisi del 2008-2009 ed è molto esposta nei confronti della Grecia.
La bocciatura arriva nel momento peggiore. Entro domani le banche europee dovranno presentare all’Eba i loro piani di ricapitalizzazione, per una somma totale (per gli istituti di tutta la Ue) di oltre 110 miliardi. Ieri, prima del declassamento, Die Welt calcolava il bisogno stimato di ricapitalizzazione di Commerzbank come cresciuto da 5,3 a un minimo di ben 6 miliardi di euro. Il downgrading ovviamente rincarerà  il conto. L’ad Martin Blessing vuole tentare di coprire quei 6 miliardi senza ricorrere nuovamente all’aiuto pubblico. Ma non sarà  una passeggiata, e le banche europee che non soddisferanno i requisiti di ricapitalizzazione dell’Eba rischieranno la statalizzazione forzata. I piani di Commerzbank prevedono un accordo con i dipendenti, per convertire i loro bonus in azioni, per 250 milioni di euro, e vendite di diverse partecipazioni. Tra cui quella alla russa Promsvyazbank. Resta la causa strutturale della minaccia di downgrading: Eurohypo appunto. Secondo Moody’s «le peggiorate condizioni di mercato per molti titoli sovrani significano che verosimilmente Eurohypo avrà  a lungo bisogno di aiuto». Da fine 2011, Commerzbank ha bloccato ogni nuovo affare di Eurohypo, ma questo non fa che indebolirne ancora l’immagine. Una vendita di Eurohypo in queste condizioni appare difficile, e il governo non sembra voler accogliere l’ipotesi di parcheggiare la controllata in una bad bank pubblica.


Related Articles

La carica delle 300 start up per gli sgravi

Loading

 In Piemonte, Lombardia e Veneto il top delle richieste Sono oltre 300 le start up che in poche settimane si sono iscritte alle Camere di commercio per accedere ai benefici della nuova legge. Sono poche? Abbastanza? Difficile dirlo.

Che siano finalmente i ricchi a pagare

Loading

Per affrontare i loro debiti, i governi tassano le classi medie. Ma all’origine della crisi attuale sono soprattutto i cattivi investimenti – banche, settore immobiliare, debito pubblico – realizzati dai più ricchi. Da qui l’idea sostenuta dal liberale Der Tagesspiegel di far pagare i grandi patrimoni.

No comments

Write a comment
No Comments Yet! You can be first to comment this post!

Write a Comment