by Editore | 17 Gennaio 2012 9:30
Inizia con le condoglianze alle famiglie, il rimpatrio degli ospiti e dell’equipaggio, poi entra nel merito ammettendo «un errore umano», un «errore imprevedibile» e precisa che nella vicenda «l’azienda in questo momento è parte lesa»: «Dividiamo in due episodi: l’incidente e le operazioni di salvataggio – dice Foschi – Noi non siamo in grado di valutare né gli orari né la rotta della nave nel momento precedente l’impatto. Certo la società non può associarsi al comportamento del comandante Schettino, contrario alle regole di comportamento scritte e certificate che il comandante deve tenere a bordo. Non prendiamo le distanze ma ci dissociamo da questa condotta che ha causato l’incidente». L’azienda spiega che la nave è sicurissima, la rotta s’imposta sul computer e viene mantenuta con dispositivi satellitari. E che se intervengono variazioni, suonano degli allarmi. Quindi Schettino aveva disinserito gli allarmi, ha ammesso dopo Foschi: «I segnali sonori sono sul ponte di comando. Ma se lei esclude gli automatismi, esclude anche gli allarmi. Se qualcuno ha avuto intenzione di modificare la rotta, avrà fatto quello che doveva fare affinchè la nave rispondesse a comandi diversi». Insomma la visita all’isola del Giglio così sottocosta, «era una manovra non autorizzata, né approvata». Tutto è successo, preciserà poi Foschi dopo in un’altra conferenza stampa con la stampa estera, perchè Schettino «voleva mostrare la nave agli abitanti del Giglio, quindi ha deciso di cambiare la rotta per passare più vicino all’isola». L’ultima volta che la Costa aveva autorizzato qualcosa di simile era nella notte di san Lorenzo dell’agosto 2011, con una traiettoria vidimata anche dalle capitanerie di porto. Ma, precisa un portavoce aziendale, allora al timone non c’era Schettino.
Per il resto l’azienda di fatto mette le mani avanti con diversi no comment: ««Abbiamo pochi elementi non avendo accesso alla scatola nera», precisa l’ad. E tornando sul comportamento del comandante che per alcune fonti avrebbe lasciato la nave ore prima dello sbarco di tutti i passeggeri, Foschi dice invece che «testimonianze interne affidabili non indicherebbero che il comandante non abbia fatto quello che era nelle sue facoltà . Dalle documentazioni che abbiamo è stato molto a lungo sulla nave. In due ore, con la nave inclinata, abbiamo evacuato oltre 4 mila persone, una piccola città ». Sulla tempistica l’azienda sostiene di aver saputo dell’incidente avvenuto alle 21,30 secondo i magistrati, solo alle 22,05-22,06 con una telefonata del comandante Schettino al dipartimento marittimo della Costa crociere, nella persona del comandante Ferrarini: «Abbiamo saputo della situazione di emergenza a bordo, ma non era ancora identificata con esattezza né la ragione né la gravità », sostiene l’ad. Foschi con flemma. Si arrabbia solo quando un giornalista inglese insinua che si sia risparmiato su safety, security e quality pur di vendere crociere al ribasso. Risponde con un never tre volte.
Intanto la borsa ha già risposto con un calo del titolo del 23% alla mattina, del 18% qualche ora dopo: «Non è all’ordine del giorno modificare il nome né le prospettive di crescita di quest’azienda – commenta Foschi – era prevedibile un calo a breve termine del settore crocieristico ma penso che non ci sarà impatto a lungo termine». Ma anche per l’azienda l’emergenza resta. Costa assicura che il relitto è monitorato, ma «c’è preoccupazione per le mareggiate». Secondo il calendario aziendale, il carburante (2.300 tonnellate più altri gavoni di gasolio) sarà rimosso nelle prossime ore, la falla aggiustata e la nave sollevata con palloni sarà portata in cantiere. Insomma non resterà di fronte al Giglio all’infinito.
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