Dal Gruppo Zero agli ignoti dormienti
Se si escludono le avanguardie e le incursioni situazioniste in gallerie e musei, si può ripartire ricordando almeno cinque «eventi-missione» che hanno lasciato il segno, da quelli correlati strettamente alla vivibilità metropolitana ad altri più propriamente intimi. Così negli anni Sessanta il Gruppo Zero a Dà¼sserdolf (che contava fra i suoi rappresentanti soprattutto Otto Piene, Hienz Mack, Gà¼nther Uecker) invadeva la città con giochi, bolle di sapone, fuochi d’artificio e tutti gli abitanti erano invitati a partecipare. Una interpretazione più soft del riprendersi la vita dentro la città , uscendo dai binari della produzione a tutti i costi, è quella sostenuta da Carsten Hà¶ller: inventa giostre a disposizione dei visitatori delle sue mostre, tubi-scivolo dove lanciarsi a capofitto, droga le renne per rovesciare il rapporto natura-artificio (con una certa dose di crudeltà ). E il thailandese Surasi Kusolwong propone da anni i suoi mercatini di cianfrusaglie (tutto a un euro) con cui incanta gli spettatori e prende in giro i centri commerciali e il mondo degli affari. Indimenticabile, sul versante più solitario e meno collettivo – verso la fine degli anni Novanta – il russo Oleg Kulik. L’artista viene ricordato per le sue assurde apparizioni nudo, al guinzaglio, in forma di cane, mentre morde e abbaia ai passanti (spesso davanti le banche): le sue performance – da Rotterdam a New York – venivano sempre intercettate dalla polizia. C’è poi la francese Sophie Calle: lei è diventata artista facendo dormire nel suo letto ventinove sconosciuti abbordati in strada, a caso, uomini e donne. Una di queste era la moglie di un noto gallerista: decretò che l’azione della Calle (lei poi fotografava i dormienti nel corso del loro sonno) fosse una performance degna di nota.
Related Articles
Il poeta delle epifanie, tra biografia e storia greca
I 150 anni dalla nascita di Konstantinos Kavafis
L’opera poetica riconosciuta da Kavafis assomma in tutto a centocinquantaquattro poesie. Nato ad Alessandria d’Egitto, a cavallo tra fine Ottocento e inizi Novecento, Konstantinos Kavafis è il poeta greco senza dubbio più tradotto in Italia e, probabilmente, in Europa e nel mondo; lo stesso che ha visto impegnati sulla sua poesia alcuni tra i nomi più importanti di critici e traduttori; di lui hanno parlato quasi tutti i nostri maggiori poeti.
Nell’industria della carne un perno del sistema capitalista
Libri come il recente testo di Pierangelo Dacrema o come «Tauroetica», di Fernando Savater, da poco uscito per Laterza, dimostrano che finalmente la questione animale comincia ad acquisire una certa visibilità sociale