Donne discriminate, governo assente

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«Le donne non sono il problema ma la soluzione». E’ con questa battuta che Violeta Neubauer, membro del Comitato Onu per l’eliminazione delle discriminazione nei confronti delle donne (Cedaw), ha corretto alcuni interventi istituzionali durante la presentazione del Rapporto ombra sui diritti delle italiane, che ieri si è svolta alla sala Mappamondo di Montecitorio.
La Cedaw, principale strumento internazionale di riconoscimento e difesa dei diritti delle donne, è «l’unica convenzione che parla delle donne e non delle pari oppotunità  – dice Neubauer – e una volta ratificata è vincolante per gli stati anche a livello giuridico». E il suo Rapporto ombra, redatto dalla Piattaforma Cedaw, lavori in corsa che raggruppa diverse ong (Actionaid, Arci, Pangea, Differenza donna, Be free, Casa internazionale delle donne, Fratelli dell’uomo, Giuristi democratici e Le9) è stato presentato dalla società  civile in luglio alle Nazioni unite a New York, per mettere sul piatto lo stato attuale della donna nel nostro paese in materia di lavoro, welfare, tratta, prostituzione, stereotipi, politica, violenza, diritti sessuali. Un quadro allarmante per il Cedaw che ha interpellato il governo italiano prendendo in seria considerazione la situazione.
Simona Lanzoni di Pangea, che con Claudia Ferraro e Barbara Spinelli (Giuriste democratiche) è andata a New York per presentare il Rapporto Ombra, racconta che «i membri del Comitato ci hanno preso seriamente, si sono studiati il rapporto e hanno chiesto chiarimenti al governo italiano. A rispondere si sono presentati 20 rappresentanti del governo e altri 25 erano in collegamento, per una interrogazione che è durata ore e dove alla fine il Cedaw, giudicando lacunose e incomplete le risposte, ha chiesto un rapporto scritto con risposte più precise. Rapporto scritto che non è mai arrivato».
L’impressione, a New York, è che l’Italia non solo sia rimasta indietro in materia di diritti delle donne ma anche che il governo e le istituzioni abbiano delle grandi responsabilità : «Dall’Onu ci hanno manifestato il timore di un forte scollamento tra società  civile e istituzioni, come se vivessero in due paesi diversi, e la paura che l’Italia, che si trova oggi al limite di un baratro, possa cadere e portarsi dietro tutta l’Europa con un effetto-domino devastante». La stessa Neubauer ha insistito sul fatto che il problema di base sono gli stereotipi: «Se non risolvete il problema culturale non sarà  possibile risolvere il resto», ha detto più volte.
In Italia le raccomandazioni del Cedaw sono ancora sulla carta, e se le ong che lavorano con le donne si sono appellate alla Convenzione internazionale, non è detto che le istituzioni italiane accolgano questo richiamo.
«Questo in Italia non è solo un problema di genere – ha detto Neubauer – ma di violazioni dei diritti umani, e non ve ne rendete conto. L’Italia è l’unico paese il cui governo non ha risposto al questionario del Cedaw. Un paese che ha applicato regole sociali che alimentano le diseguaglianze tra uomini e donne nella distribuzione delle risorse e del potere, con stereotipi di genere che hanno dilagato nella politica pubblica, nelle istituzioni, nella cultura. Quando è stato interpellato, il vostro governo ha risposto in maniera generica e pedissequa, e malgrado l’esecutivo si fosse impegnato a pubblicare e divulgare la traduzione del rapporto e le raccomandazioni del Cedaw, non l’ha fatto. Non ce n’è traccia in nessun sito istituzionale, neanche in quello delle Pari opportunità . Ho sempre lavorato su questi temi con forza e passione, senza tregua – conclude Neubauer – ed è così che bisogna fare. Come dite voi in Italia? La lotta continua».


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