Effetto Fisco, incassi lievitati del 44%

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ROMA — La paura di essere beccati ha fatto 44. A tanto ammonta la maggiore percentuale di incassi medi dichiarati sabato scorso durante il mega-blitz delle forze dell’ordine nei locali della movida milanese rispetto al sabato precedente. In un ristorante gli incassi, con gli agenti che gironzolavano tra i tavoli, sono improvvisamente lievitati addirittura del 200%. L’operazione senza precedenti per spettacolarità  e numero degli agenti coinvolti si è svolta dalle 20.30 di sabato scorso e «chiusa» alle cinque del mattino. Sono stati setacciati 115 esercizi tra bar, discoteche, ristoranti in quella vasta zona del capoluogo lombardo che comprende corso Como, San Babila, Brera, Sempione e Navigli. I 405 ispettori coinvolti (280 dell’Agenzia delle Entrate, 125 dell’Inps e 100 vigili urbani) hanno trovato irregolarità  in 55 esercizi e in 33 sono stati riscontrati 116 lavoratori in nero. Fermate e controllate 358 autovetture di lusso in modo da schedare gli effettivi utilizzatori dopo la scoperta che gran parte dei proprietari dei Suv erano dei prestanomi nullatenenti.
Le maggiori infrazione hanno riguardato il mancato aggiornamento dei registri dei corrispettivi, le emissioni degli scontrini fiscali, le incongruità  con le dichiarazioni presentate ai fini degli studi di settore. Quest’ultima osservazione — diffusa in una nota dall’Agenzia delle Entrate — conferma quanto scritto dal Corriere di ieri: si è trattato di una operazione pianificata, controlli mirati, gli agenti in pratica sapevano dove andare a colpo sicuro. Anche in virtù del fatto che moltissimi studi di settore sono risultati falsi, contraffatti, nella convinzione della assoluta impunità . In pratica il «blitz» del week-end è il frutto dell’accordo di collaborazione siglato il 22 dicembre scorso tra Comune, Fisco e Guardia di Finanza basato sostanzialmente sull’incrocio telematico dei dati a disposizione delle tre amministrazioni.
Una collaborazione che sembra dare i primi frutti e stimolata soprattutto dai funzionari comunali anche perché, secondo le ultime disposizioni di legge varate con gli interventi estivi, gli introiti da caccia all’evasione finiranno tutti nelle casse dei Comuni. Prima di Natale una prima dimostrazione di questa alleanza ha passato al setaccio decine di locali nell’hinterland milanese. Adesso, dopo Cortina e Roma, l’operazione di pulizia fiscale si è spostata nel centro di Milano. Sono ancora da capire i risultati delle ispezioni continuate nel pomeriggio di domenica nei negozi di abbigliamento di corso Buenos Aires, corso Venezia e Paolo Sarpi.
Carlo Palumbo, il direttore regionale dell’Agenzia delle Entrate della Lombardia — in attesa del quadro generale nella lotta all’evasione che darà  oggi Attilio Befera nel corso di un’audizione alla Camera — si è detto molto soddisfatto di come si è svolta l’operazione «che ha permesso di raccogliere informazioni molto utili che saranno valutate durante il contradditorio con il contribuente». Questi naturalmente sono solo antipasti della lotta contro l’evasione in attesa che venga raggiunta l’intesa tra Italia e Svizzera, il Paese extra Ue dove sembrano esserci oltre 160 miliardi di euro non dichiarati riconducibili a cittadini italiani. Giuseppe Roma, il direttore del Censis guidato da Giuseppe De Rita, anticipa una analisi di tutte queste «retate» in corso: «Se sono il segnale che il gioco è veramente mutato, vedremo in galera le persone che non pagano le tasse». Purché, avverte, «per combattere l’Italia dei furbi non si colpisca in modo indiscriminato quel mondo di piccolo commercio o l’artigianato, evasione dovuta a inefficienza e scarsa competitività ».


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